Covid, l’Aifa annuncia per l’autunno il richiamo annuale del vaccino
Per contrastare il Covid e per vivere la prossima stagione invernale in tranquillità, l'Aifa ha annunciato che per il prossimo autunno ci si dovrà sottoporre al richiamo vaccinale annuale. Tale vaccino, così come annunciato, avrà tempi più lunghi e oltre a ciò sarà sicuramente adattato ad hoc contro le nuove varianti, anche se non sarà possibile prevederle tutte. Non è ancora chiaro, però, se verrà somministrato all'intera popolazione o se si renderà necessario che vengano vaccinati solo gli over 50 o 60.
L'annuncio dell'Aifa sul richiamo annuale
Mentre sono iniziate le somministrazioni della quarta dose per gli over 80 anni e i fragili che hanno da 60 a 79 anni, si inizia a parlare già di una importante novità per il prossimo autunno. L'Aifa ha iniziato a guardare più avanti ovvero all'autunno per contrastare la possibile ripresa del virus quando la stagione comincerà a peggiorare.
Il direttore dell'Agenzia del farmaco, Nicola Magrini, ha annunciato che si approderà prossimamente ad una fase di richiamo annuale. Niente più terze, quarte o quinte dosi bensì il vaccino contro il Covid diventerà come quello anti influenzale.
Cosa succederà nel prossimo futuro? Gli scienziati stanno ancora studiando le possibili variabili. Riguardo alla quarta dose potrebbe aprirsi l'eventualità di sottoporsi a tale vaccino anche per nuove fasce di età "perché nei prossimi mesi si potrebbe anche verificare un calo di protezione". Secondo l'Aifa, infatti, a partire dal quarto-quinto mese vi è un leggero calo di protezione. Va sottolineato però che alcuni dati italiani più recenti, non ancora pubblicati, mostrano una tenuta proprio in una determinata fascia d'età e la non ripresa di infezioni da Covid.
Farmaci antivirali contro il Covid: l'auspicio
In merito alla prescrivibilità dei nuovi antivirali contro il Covid da parte dei medici di medicina generale, l'Aifa ha auspicato che si possano aggiungere anche i medici di famiglia ai prescrittori visto che attualmente la prescrizione di tali medicinali è legata ai soli infettivologi, ai medici ospedalieri e alle Usca ovvero le Unità speciali di continuità assistenziale. La decisione è attesa per i prossimi giorni e prevede un’adeguata formazione.