Condizionatori: un aiuto per la salute ma anche una minaccia per l'ambiente
Con l’arrivo del caldo e della stagione estiva, in molte case e negli uffici si avvicina il momento di accendere l’aria condizionata per rinfrescare le stanze e ridurre l’umidità. Tuttavia, oltre al dispendio energetico che tutto ció comporta, i gas refrigeranti che circolano all’interno degli impianti rappresentano una minaccia per l’ambiente, contribuendo ancora di più dell’anidride carbonica all’effetto serra e quindi al riscaldamento globale.
Quanto inquinano i condizionatori
Complice il cambiamento climatico, il caldo - oltre a essere un fastidio - è anche sempre più spesso causa di morte: secondo i dati pubblicati dall’Istituto di salute pubblica francese, nel 2022 ci sono stati oltre 20mila decessi dovuti alle ondate di caldo estremo. Per questo motivo l’utilizzo dei condizionatori non è solo una scelta di benessere, ma anche una necessità per proteggere la salute, soprattutto di bambini e anziani.
Il problema è che se da un lato queste tecnologie di raffrescamento permettono di resistere quando le temperature salgono eccessivamente, dall’altro contribuiscono a danneggiare l’ambiente e innescano un circolo vizioso che aggrava la situazione. Oltre agli idrofluorocarburi (Hfc) che circolano al loro interno, i condizionatori consumano anche molta energia elettrica, più di qualsiasi altro elettrodomestico.
Dati alla mano, nel 2019 le emissioni di Hfc sono state equivalenti a 175 milioni di tonnellate di anidride carbonica e le proiezioni dicono che la domanda energetica per il raffrescamento triplicherà entro il 2050, con un numero molto elevato di impianti soprattutto in paesi come Cina, Indonesia e India. Insomma, un impatto a livello globale che si prefigura davvero enorme.