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Peste suina e allarme cinghiali, arruolati i cacciatori per abbatterli

La peste suina preoccupa e le Usl iniziano ad arruolare cacciatori per abbattere i cinghiali infetti.
Salute19 Maggio 2022 - ore 12:46 - Redatto da Redazione Meteo.it
Salute19 Maggio 2022 - ore 12:46 - Redatto da Redazione Meteo.it
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Allarme cinghiali e peste suina dopo i casi nel Lazio e la diffusione in Piemonte, Liguria e Sardegna. Per arginare la propagazione del virus tra le specie animali, l'Usl della Marca Trevigiana sta arruolando già cacciatori per abbattere il maggior numero possibile di cinghiali malati.

Peste suina in Italia: Usl cerca cacciatori

La struttura del Servizio sanitario nazionale italiano della Marca sta cercando cacciatori da impiegare per l'abbattimento dei cinghiali per evitare la diffusione della peste suina. Stefano De Rui, veterinario, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria, fa sapere: "Nella nostra provincia vengono allevati 150mila suini. In particolare, 300 allevamenti industriali sono situati proprio nella fascia della pedemontana, al confine con l’area selvatica. E’ necessario proteggerli".

Il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria ha sottolineato quanto il rischio di contagi da peste suina sia elevato in queste zone a tal punto da spingere la Usl ad arruolare cacciatori per abbattere i cinghiali. In caso contrario il rischio di peste suina si fa sempre più forte. "In questa situazione il rischio di possibili contagi è elevato. E si tradurrebbe in un problema sia sanitario che sociale, dato che di seguito, come già visto in altri luoghi, il prezzo della carne si impennerebbe".

Peste suina in Italia: fondamentale limitare i contatti tra gli animali

I casi di peste suina registrati in Italia sono diversi. In Piemonte e Sardegna, ma anche nel Lazio e per questo motivo le aziende sanitarie locali stanno cooperando per cercare di limitare la diffusione del virus. Come? Prima di tutto limitando i contatti tra gli animali con l'installazione di reti ad hoc negli allevamenti.  

"A livello epidemiologico siamo accerchiati da focolai", prosegue Stefano De Rui che elenca poi i casi a Roma, in Liguria, Piemonte, Sardegna e anche quelli in Ungheria. "Nella zone della Marca è impossibile quantificare il numero dei cinghiali, l’ideale sarebbe arrivare all’eradicazione, come da indicazioni regionali sappiamo che si tratta di un traguardo difficilmente raggiungibile. L’importante, però, è ridurre i rischi che si sviluppino contagi da peste suina".

Per questo motivo l'azienda sanitaria si è rivolta alla ricerca di cacciatori specializzati nel riconoscere i cinghiali infetti: "E' importante che il mondo venatorio si impegni per ridurre il numero di cinghiali sul territorio. Oggi il rischio non è più solo quello relativo ai danni alle colture ma ha assunto anche risvolti sanitari".

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