Trasporti scolastici, tutte le novità di settembre
Dall'inizio della pandemia il tema dei trasporti pubblici è diventato ancora più centrale nei programmi del governo, con l’obiettivo di conciliare la funzionalità dei servizi con le norme di sicurezza e di distanziamento utili a ridurre i contagi. E ora che ci avviamo alla fine dell'estate, in particolare, il tema è arrivare il più preparati possibile al giorno della riapertura delle scuole.
Il problema della sicurezza di studentesse e studenti, come abbiamo imparato già l’anno scorso, non riguarda solo l’ambiente scolastico in sé, ma anche tutto ciò che ruota attorno al mondo della scuola, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione del sistema degli spostamenti quotidiani, più volte definito come l’anello debole dell'intero meccanismo. Le risposte politiche sul tema sono state messe nero su bianco dal decreto Sostegni bis del 25 maggio 2021, ma a che punto siamo davvero?
Il calo nell’utilizzo dei trasporti pubblici
La pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di spostarci, facendo preferire più spesso una mobilità privata o la micromobilità e riducendo l’utilizzo dei mezzi pubblici, sia per una questione di sicurezza legata al timore del contagio ma anche per questioni di lungo periodo riguardanti ritardi e sovraffollamento dei mezzi.
Il trend è stato confermato da un'indagine ad hoc realizzata nelle scorse settimane dall’Istituto nazionale di statistica (l'Istat) sulle famiglie italiane, per stimare al meglio la tendenza della domanda di trasporto pubblico locale a settembre, quando le scuole e le attività lavorative riprenderanno a pieno regime. In particolare, l'attenzione è focalizzata sul sistema di trasporti connessi agli istituti secondari di secondo grado, ossia quelli che hanno mostrato le maggiori lacune nel corso del 2020 e nella prima metà del 2021.
I risultati preliminari mostrano come, rispetto a prima della pandemia, sia prevista una riduzione significativa della mobilità pubblica: studenti, lavoratori e famiglie utilizzeranno con maggiore frequenza l’auto privata, ma anche mezzi più ecologici come biciclette o monopattini elettrici. Il calo relativo ai servizi di trasporto pubblico è stimato intorno al 20%.
Il mobility manager scolastico
Il già citato decreto Sostegni bis ha destinato 15 milioni di euro per rendere più efficiente il sistema dei trasporti pubblici, nell'ottica di garantire una migliore distribuzione degli utenti sulle varie linee. Inoltre è stata rilanciata la figura del mobility manager, una persona qualificata e specializzata che pianifica e rielabora gli spostamenti all'interno della città, per garantire la sicurezza e con un occhio di riguardo nei confronti della tutela ambientale.
Nell'ambito del trasporto scolastico, questa figura professionale si occupa di organizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale e degli alunni, mantenendo contatti con le strutture comunali e con le organizzazioni che gestiscono il trasporto pubblico locale. Il suo scopo è anche quello di favorire l'utilizzo della bicicletta e incentivare tutte quelle soluzioni green in grado di ridurre l’impatto sulla rete degli autobus. Infine, ha il compito di segnalare all’ufficio scolastico regionale eventuali problematiche legate ai servizi offerti, come quelli riguardanti il trasporto di persone diversamente abili.
La figura del mobility manager scolastico è essenziale anche perché il fondo di 15 milioni è destinato esclusivamente agli istituti scolastici, che dovrebbero averlo nominato già entro il 31 luglio scorso.
Dal piedibus al car-pooling per la scuola
Tra le iniziative principali per incentivare la mobilità sostenibile ci sono progetti come piedibus, car-pooling, car-sharing, bike-pooling e bike-sharing.
Il piedibus, già utilizzato pure nel pre-pandemia, non è altro che un autobus che va a piedi, composto da un insieme di bambini e bambine che vanno a scuola in gruppo accompagnati da persone adulte che aprono e chiudono il gruppo, garantendo la sicurezza dello spostamento. Questo mezzo di trasporto è una realtà ormai consolidata in molti paesi del mondo, e si sta lentamente diffondendo anche in Italia.
Il car-pooling, più fattibile nel breve periodo rispetto al car-sharing, prevede la costituzione di equipaggi con 2 o 3 famiglie che - a seguito di un accordo condiviso - utilizzano un’unica auto per il percorso da casa a scuola. Di fatto, da anni questo si verifica in maniera spontanea tra amici e famiglie che si conoscono: l’obiettivo è ora ampliare il fenomeno e renderlo sistematico, in modo da garantire meno traffico ed efficientare la mobilità urbana su larga scala. Per ridurre l’impatto ambientale e promuovere un sistema di trasporti più ecologico è molto incentivato anche l’utilizzo della bicicletta. Per questo, tra i compiti del mobility manager scolastico c’è anche l'essere un facilitatore per la realizzazione di iniziative a favore del bike-pooling e del bike-sharing, da sfruttare soprattutto nei mesi in cui le condizioni meteo-climatiche lo consentono.