Stop Ue a vendita auto diesel, benzina e gpl dal 2035: cosa succede ora
Il Parlamento europeo ha deciso: a partire dal 2035 in tutti gli Stati membri sarà vietata la vendita di auto alimentate a benzina, diesel e gpl. Una misura inserita nel piano di riforme di Bruxelles per diminuire entro il 2030 del 55% le emissioni di anidride carbonica e arrivare alla neutralità climatica entro la metà del secolo. Ma cosa cambierà nei prossimi anni?
Stop a vendita auto diesel e benzina: subito in vigore?
Lo stop alla vendita di auto alimentate a benzina, diesel e gpl a partire dal 2035 è stato approvato dall’Europarlamento, ma la misura non è immediatamente in vigore: adesso la nuova norma dovrà passare al vaglio negoziale degli altri organi europei e anche i singoli Stati membri avranno voce in capitolo. Insomma nonostante il via libera del Parlamento europeo, il percorso verso lo stop alla vendita non è ancora segnato.
Il trionfo delle auto elettriche
Se lo stop deciso dal Parlamento europeo sarà confermato, a partire dal 2036 in tutta l’Unione sarà possibile vendere quasi solo auto elettriche: a finire nel dimenticatoio saranno infatti sia le auto a benzina che quelle diesel, così come le ibride e quelle alimentate a biofuel e metano. La norma, è importante chiarire, riguarda però la vendita di nuovi mezzi: quelli acquistati in precedenza - secondo quanto previsto attualmente dalla legge dell’Europarlamento - potranno continuare a circolare.
La norma per i piccoli produttori
Il Parlamento europeo ha approvato anche una norma chiesta a gran voce dagli eurodeputati italiani: per i produttori di auto da 10 a 100mila pezzi all’anno, il limite temporale sulle emissioni di Co2 è prorogato dal 2030 al 2036. Da molte parti è considerato un aiuto alla “Motor valley” italiana in Emilia Romagna, dove hanno sede alcuni produttori di auto di lusso come la Ferrari e la Lamborghini. Proprio il Cavallino Rampante ha annunciato che la prima Ferrari elettrica vedrà la luce nel 2025.
Le critiche al piano dell’Ue
Lo stop, come detto, è inserito in un pacchetto di misure volto a contrastare i cambiamenti climatici. C’è però chi ha criticato la decisione dell’Ue: l'Acea, l'associazione europea dei produttori di automobili, ha espresso preoccupazione perché "la trasformazione del settore dipende da molti fattori esterni che non sono completamente nelle sue mani”. E secondo l’Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, “sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell'industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l'elettrico”.