Snam: entro il 2030 la prima rete a idrogeno in Italia
Snam ha svelato gli obiettivi futuri all'interno del suo piano strategico specificando che entro il 2030 l'Italia avrà una rete infrastrutturale per il trasporto dell'idrogeno. Il gruppo si sta impegnando fortemente per utilizzare l'idrogeno come fonte di energia e per la transizione energetica ovvero per il passaggio dal gas all'idrogeno per il riscaldamento delle varie abitazioni e per la produzione di acqua calda sanitaria.
Quali sono gli usi dell’idrogeno? Oggigiorno campi di applicazione sono davvero molteplici. L'idrogeno viene infatti utilizzato sia nel settore dell'automotive, che in quello legato al trasporto navale e su rotaia. Nel prossimo futuro l'obiettivo è sempre più quello di usarlo come sostituto del gpl per riscaldare le case. Per tutti questi motivi - secondo i dati forniti dal Financialounge in collaborazione con FinScience - l'idrogeno è diventato l'investimento preferito di molti tanto da balzare ad un +55%. Tale picco da parte degli investitori si è registrato tra il 25 ottobre e l’1 novembre e pare che il trend sia destinato a crescere nel lungo periodo.
Gli obiettivi di Snam in Italia: riconvertire la rete gas per l'idrogeno
Quali sono gli obiettivi di Snam per l'Italia? Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, ha annunciato di voler compiere un investimento molto importante in grado di: "rendere l'Italia un hub dell'idrogeno". Di cosa si tratta nello specifico? Snam si dice già pronta a utilizzare l'idrogeno come fonte di energia per la transizione energetica. Le parole dell'amministratore delegato sono state per l'esattezza le seguenti: "Prevediamo nel medio termine la realizzazione della prima rotta di trasporto di idrogeno da Nord Africa e Sud Italia ai punti di maggiore domanda, dando in prospettiva all'Italia un ruolo di hub per le energie rinnovabili prodotte in Nord Africa e Medio Oriente".
Pare infatti che il 99% dei gasdotti del gruppo sia certificato per trasportare idrogeno fino al 100% e che i giacimenti di gas possono già stoccare idrogeno. Per questo motivo il gruppo prevede di aumentare gli investimenti a quota 8,1 miliardi di euro al 2025 sia per la manutenzione, l’ammodernamento e lo sviluppo della propria infrastruttura, ma anche per le emissioni zero e l’accelerazione della transizione energetica.
Questo si traduce nella realizzazione di una rete di oltre 2.700 chilometri che da Mazara del Vallo arriverà fino a Passo Gries e Tarvisio per il trasporto del gas verso le aree del Nord Europa, in particolare la Germania.
Snam prevede per realizzare i suoi progetti di riconvertire la rete attuale del gruppo gas e di iniziare ad investire nel 2025 e per terminare i lavori nel 2030. Con questo scopo è stato siglato un importante accordo con Eni giusto pochi giorni fa che permette al gruppo di rilevare il 49,9% della loro quota nei gasdotti da Tunisia e Algeria.
Sul fronte finanziario pertanto Snam prevede nel periodo 2022-2025 una crescita media annua del 3% dell’utile netto, del 4,5% dell’Ebitda con ulteriori opportunità di incremento derivanti dallo sviluppo di una infrastruttura a idrogeno. Confermata infine anche la crescita del dividendo per azione del 5% al 2022.
Le parole di Marco Alverà: i progetti con protagoniste le energie green
Marco Alverà di Snam ha spiegato ulteriormente il progetto del gruppo ai giornalisti specificando che: "Grazie alle nostre competenze tecniche, al nostro know-how nei gas verdi e alla nostra capacità di realizzare e gestire progetti complessi puntiamo a diventare un'azienda di infrastrutture 'multi-commodity'. Svolgeremo un ruolo centrale in un decennio decisivo per la transizione energetica, con l'obiettivo di cogliere nuove opportunità di sviluppo in Italia e all'estero, facendo leva sul ruolo abilitante delle infrastrutture per raggiungere un'economia a zero emissioni nette".
L'obiettivo di Snam è anche quello di ridurre: "le emissioni legate alle nostre attività raggiungendo l'obiettivo aziendale del net zero al 2040 ed estenderemo l'impegno di riduzione anche a società partecipate e fornitori con un nuovo target al 2030 sulle emissioni Scope 3".