Riscaldamento globale, gli scienziati: supereremo i +2,5° in un futuro di carestie e conflitti per il meteo estremo
Carestie, conflitti e migrazioni di massa tra ondate di calore, incendi, alluvioni e tempeste sempre più gravi, mai visti finora. È il futuro, da film distopico se non apocalittico, che aspetta l’umanità entro fine secolo tracciato, in un’inchiesta esclusiva del Guardian, dagli scienziati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu (Ipcc).
Accordi di Parigi già superati?
Tutto questo perché il cambiamento climatico sembra inarrestabile, data la mancanza di interventi efficaci. Entro fine secolo la temperatura media è prevista di almeno 2,5° superiore a quella dell’epoca precedente l’industrializzazione di massa, ben oltre l’aumento di 1,5 gradi fissato come soglia massima da non superare dagli accordi internazionali di Parigi sul clima del 2015.
Il quotidiano britannico ha contattato ognuno dei 843 autori di report Ipcc dal 2018. Hanno risposto in circa la metà: 380. L’80% delle previsioni parla di un futuro con un aumento di 2,5° rispetto al periodo 1850-1900, la metà non esclude che si arrivi a tre gradi, sempre entro il 2100. Solo il 6% pensa che resteremo entro quel +1.5° previsto dagli accordi di Parigi come tetto massimo.
Le ultime rilevazioni del resto parlano già chiaro. Il mese che si è appena concluso, stando ai dati dell’agenzia meteo europea Copernicus, è stato l’aprile più caldo della storia. È l’11° mese consecutivo che registra questo tipo di record mentre la temperatura media globale degli ultimi 11 mesi è cresciuta di 1,61° rispetto all'epoca pre-industriale.
Clima: tra disperazione e speranza nei giovani
“Stiamo andando verso gravi danni sociali già entro 5 anni” dice al Guardian Gretta Pecl dell’University of Tasmania. “Le autorità dovrebbe essere sconvolte per il fatto che con i continui eventi meteo estremi la produzione del cibo verrà pesantemente minata. Non posso provare che disperazione per il futuro”.
Non per questo bisogna mollare: ogni frazione di grado di aumento in meno, dicono gli scienziati dell’Ipcc, eviterà sofferenza per l’umanità. “Ed è solo l’inizio: allacciatevi le cinture” sintetizza Jesse Keenan dell’americana Tulane University.
Gli scienziati più giovani sono in genere più pessimisti: il 52% delle risposte degli under 50 si aspettano un aumento di 3°, contro il 38% tra gli over 50. I risultati sono simili nel confronto tra donne, che vedono un futuro più caldo e allarmante, e uomini. Poche invece le differenze tra i ricercatori dei diversi continenti.
“Io mi aspetto un futuro semi-distopico con dolore e sofferenza soprattutto per le popolazioni del sud del mondo” commenta uno scienziato sudafricano che preferisce restare anonimo. “La risposta globale fino a ora è riprovevole – viviamo in un’epoca di folli”.
“Io sono convinto che abbiamo tutte le soluzioni necessarie per il ‘piano +1,5°’ e che le applicheremo nei prossimi vent’anni” spiega Henry Neufeldt dell’UN’s Copenhagen Climate Centre. “Ma ho paura che le nostre azioni possano arrivare troppo tardi e che abbiamo già passato uno o più punti di non ritorno”. Interviene Lisa Schipper dell’Università di Bonn: “La mia sola fonte di speranza, come educatrice, è nella prossima generazione”.