Cambiamento climatico, ecco i volontari che proteggono la pagina di Wikipedia
Di clima, su tutta Wikipedia a livello mondiale, si parla in oltre 2.500 pagine. Contenuti che complessivamente in un anno raccolgono 100 milioni di visualizzazioni (98 milioni totalizzati nel 2019, per esempio), da persone da ogni parte del pianeta. La sola pagina climate change in lingua inglese, che è naturalmente la più letta in assoluto, ha superato quota 6 milioni di visualizzazioni annue. E moltissime persone, cercando in inglese o nella propria lingua informazioni su riscaldamento globale e cambiamento climatico, si trovano tra le primissime risposte dei motori di ricerca quelle stesse pagine targate Wikipedia.
Prima ancora delle testate giornalistiche e delle iniziative di divulgazione, quindi, è proprio l'enciclopedia online collaborativa più letta di tutte quella che raggiunge il pubblico più vasto. E la correttezza delle informazioni riportate è cruciale per diffondere una buona cultura sul clima e sull'ambiente, scongiurando il dilagare e il proliferare delle tante bufale che sono dure e morire. Ma come si può riuscire a garantire un'informazione scientificamente ineccepibile, completa e aggiornata, se l'organizzazione dei contenuti su Wikipedia è come noto autogestita e di natura cooperativa?
I guardiani-volontari in azione
Dal proprio canto, l'infrastruttura tecnologica dell'enciclopedia dà solo una piccola mano. Fino al 2008, infatti, anche le pagine sui cambiamenti climatici erano in balia delle modifiche estemporanee come quasi tutte le altre, mentre da una dozzina d'anni è stato introdotto un sistema di semi-protezione, che si limita a impedire modifiche da parte di utenti che siano iscritti alla piattaforma da meno di 4 giorni e che abbiano fatto meno di 10 modifiche su altre pagine.
Ma questo piccolo filtro automatico non basta: senza l'intervento umano, la pagina sarebbe comunque un gran caos di disinformazione, anche perché è una di quelle più spesso oggetto di attacchi, di azioni di troll e di deliberati tentativi di aggressione informatica, vista l'enorme rilevanza che il tema ha non solo per la scienza, ma pure per l'economia, la politica e il futuro del nostro pianeta.
Ecco allora che intervengono persone sconosciute, solitamente lontane dai riflettori, che potremmo definire piccoli eroi, missionari e guardiani, oppure watchdog all'inglese: volontari non retribuiti che in modo più o meno regolare si occupano di controllare e aggiornare i contenuti, neutralizzando i tentativi di infiltrazione da parte di sostenitori di complottismi, fan di teorie pseudoscientifiche e rilanciatori di contenuti non verificati.
Poche settimane fa la rivista online Mashable ha dedicato a queste persone un lungo articolo, svelando per esempio che i guardiani della pagina principale sono un gruppetto di appena sette persone - più una lunga lista di aiutanti occasionali e sporadici - coordinate ufficiosamente dalla ricercatrice in climatologia e modelli statistici Femke Nijsse, unica specialista della materia in tutto il gruppo. Una vera squadra, costituitasi ormai da parecchi anni per volontà di Nijsse stessa, che si coordina quotidianamente organizzandosi per dividersi i compiti, da quelli più concettuali e contenutistici fino alle questioni lessicali e grammaticali.
Il lavoro quotidiano di cura
Internet e Wikipedia non hanno orari, dunque qualunque momento può essere buono per un'incursione a sorpresa da parte di qualche mascalzone. Ecco perché l'attività di guardiano si trasforma spesso in una piccola dipendenza, in una specie di ossessione, come i volontari stessi la definiscono: dev'esserci sempre qualcuno a controllare, verificando una per una le piccole e grandi modifiche che (quasi) chiunque può fare al testo.
Accanto a questa attività di vigilanza vera e propria, custodire una pagina come quella sul cambiamento climatico vuol dire preoccuparsi di tenerla aggiornata. A differenza di altri temi, in cui poco cambia da un anno all'altro, su riscaldamento globale, gas climalteranti, innalzamento del livello dei mari e previsioni dei modelli matematici la situazione è quanto mai fluida, con continue nuove pubblicazioni scientifiche che confermano o modificano qualcosa su ciò che si sa. Si tratta allora di un lavoro da certosini: i volontari raccontano che prima di cambiare anche una sola parola vengono consultate decine e decine di fonti diverse, preoccupandosi poi di aggiornare di conseguenza l'elenco delle fonti più rilevanti, che è composto da molte centinaia di voci. E riscrivere un singolo paragrafetto richiede fino a un centinaio di ore di lavoro tra ricerche, verifiche e tentativi di stesura. Tutto ovviamente non retribuito, e immediatamente sottoposto al giudizio di tutti gli altri utenti che accederanno alla pagina da quel momento in avanti, e che potrebbero segnalare fonti insufficienti, imprecisioni e possibili migliorie.
Specialmente per la versione inglese, di cui si occupano direttamente, i guardiani che hanno accettato di farsi intervistare hanno segnalato come tutto si sia fatto più complesso con la parabola politica di Donald Trump e di altri leader negazionisti del cambiamento climatico, con il proprio seguito a livello mediatico. La rilevanza politica del tema, infatti, ha aperto ad attacchi più frequenti, a tentativi di manipolazione e ad azioni coordinate per riuscire a modificare il testo così come è stato messo a punto. Per qualche ora un utente esperto (ma specialista d'altro, soprattutto di sport) è effettivamente riuscito a scrivere in cima alla pagina che "il cambiamento climatico è una bufala", ma si è trattato per fortuna di un singolo caso, sventato abbastanza in fretta.
E il resto delle lingue?
Nijsse e colleghi si occupano naturalmente - nel loro tempo libero - della sola versione inglese, concentrandosi peraltro quasi solo sulla pagina climate change. Vista la mole di lavoro, è già abbastanza così. Lo stesso problema si pone però per tutte le altre pagine, e soprattutto per tutte le altre lingue. Anche in Italia, per esempio, cercando su Google riscaldamento globale o cambiamento climatico le pagine Wikipedia sono tra le prime (o proprio le prime in assoluto) che vengono proposte. Ogni giorno ciascuna di queste raccoglie tra le 500 e le 1.000 visualizzazioni. La cronologia delle modifiche non è così densa come nella versione inglese, ma non è difficile - spulciando nella pagina relativa - accorgersi di come pure per il nostro paese ci siano persone che più spesso intervengono a sistemare i testi, svolgendo la funzione di guardiani nostrani. Qualche modifica, comunque, c'è tutte le settimane.
Il resto del mondo, in ogni caso, può permettersi di vivere di rendita, semplicemente arrivando in coda alla pagina inglese e inserendo le traduzioni di aggiornamenti e modifiche varie, specialmente quando si tratta di questioni di ricerca globali per le quali non c'è alcuna peculiarità geografica. Anche per questo la pagina inglese è quella che, in assoluto, merita più cura e attenzione, e va tenuta sempre aderente alle evidenze scientifiche disponibili. Per fortuna, vista l'enorme rilevanza del tema per la nostra specie e per la Terra in generale, c'è chi ha deciso e continua a decidere di concentrare lì la propria attività volontaristica. Facendone una piccola-grande missione di vita.