Incendi devastano l’Amazzonia: più di 4 milioni di ettari bruciati tra Brasile, Bolivia ed Ecuador
È allarme incendi in Amazzonia dove da inizio 2024 sono andati in fumo più di 4 milioni di ettari, un'area talmente grande che è paragonabile a tutta la Sicilia. Tra gli stati maggiormente colpiti ci sono Brasile, Bolivia ed Ecuador.
Amazzonia, scatta l'allarme incendi: dal Brasile all'Ecaduor
Il 2024 è stato un anno disastroso per l'Amazzonia, la vasta regione geografica del sud-America caratterizzata da una foresta pluviale conosciuta foresta amazzonica. Dati alla mano sono più di 50 mila gli incendi che hanno devastato la zone interessando principalmente il Brasile, la Bolivia e l'Ecuador.
La situazione preoccupante ha spinto il WWF a lanciare l'allarme. "Ben 53.000 incendi, per un totale di oltre 4 milioni di ettari, in pratica come se fosse bruciata l'intera Svizzera. È questo il drammatico bilancio degli incendi che hanno devastato l'Amazzonia nel 2024. Nel solo mese di agosto è bruciata un'area grande quanto la Sicilia (29.000 roghi), l’83% in più del 2023" dice Edoardo Nevola, responsabile foreste del Wwf Italia.
Il danno è enorme per l'Amazzonia e in particolare per il Brasile che ospita il 60% della foresta pluviale. Non solo, proprio in Brasile è in corso anche un altro allarme causato dalla siccità come sottolineato da Edoardo Nevola, responsabile foreste del Wwf Italia: "In Brasile siamo di fronte alla più grave siccità degli ultimi 40 anni. La stagione degli incendi è in pratica raddoppiata, passando da 3 a 6 mesi. In circa 4.500 comuni non piove da mesi e le temperature sono fino 5 gradi oltre la media». A Cerrado e Pantanal le fiamme hanno bruciato decine di migliaia di ettari di piantagioni di canna da zucchero causando un danno economico di 70 milioni di euro facendo impennare il prezzo dello zucchero.
Amazzonia, in Brasile non solo incendi: scatta anche l'allarme siccità
Tra gli paesi dell'Amazzonia più colpiti c'è sicuramente il Brasile che sta vivendo una situazione critica e preoccupante. Basti pensare che nelle regioni del Pantanal e dell’Amazzonia stessa si registrano livelli di siccità mai raggiunti prima prima di tutto per incendi che stanno devastando la zona, ma anche per l'assenza di piogge e l'aumento delle temperature. L'emergenza è collegata al cambiamento climatico.
Gli incendi divampano non sono in Brasile, ma anche in Ecuador e Bolivia con circa 3 milioni di ettari di superficie bruciata dai roghi. Una vera e propria emergenza ambientale che riguarda anche la salute dell'uomo, visto che l'aria tossica ha raggiunto 11 Stati e città come San Paolo dove vivono 30 milioni di abitanti. L'aria è diventata irrespirabile con Pm 2,5 a 300 microgrammi per m3 di aria anche a Rio de Janeiro, Brasilia e altre 1.000 città, quasi un quarto del Brasile.
Cosa si può fare? "A questo punto è fondamentale la collaborazione tra Paesi dell’America latina per evitare che l’Amazzonia raggiunga il tipping point, ovvero il punto di non ritorno, come riconosciuto nella “Dichiarazione di Belem", conclude Edoardo Nevola.