In alcuni Paesi in Europa si viene pagati per andare al lavoro in bici: funziona?
Ci sono diversi Paesi europei che hanno adottato programmi di mobilità ciclabile grazie ai quali i lavoratori vengono pagati se vanno in azienda in bici. Ecco come sta andando.
Essere pagati per andare in bici al lavoro: ecco dove succede in Europa
Il traffico mattutino, le code interminabili, il parcheggio sempre più difficile da trovare, oppure il caos e il cattivo odore dei mezzi pubblici che arrivano spesso in ritard0 (e magari per salirci bisogna districarsi tra gli spintoni della gente): il lavoro spesso crea stress prima ancora di cominciare. Anche per questo, in alcuni stati europei, sempre più aziende stanno promuovendo un modo più ecologico, più salutare e meno stressante per andare a lavoro: la bicicletta. I motivi per scegliere le due ruote al posto delle consuete automobili o dei mezzi pubblici sono davvero tantissimi.
Pensiamo alla salute diretta di chi va al lavoro in bici: i dati affermano che questi individui sviluppano quasi il 50% di possibilità in meno di ammalarsi di cancro o di malattie cardiovascolari. Pensiamo poi alla salute di tutti: la bicicletta permette di ridurre notevolmente l'impatto dell'inquinamento sull'atmosfera rispetto ai mezzi motorizzati. Il settore dei trasporti è infatti responsabile di un quarto delle emissioni globali di gas serra legate ai carburanti; la metà di queste emissioni è causata dai veicoli privati, come appunto le automobili. E pensiamo anche alle nostre tasche: andare in ufficio in bicicletta ci fa risparmiare sul carburante, sul parcheggio oppure sugli abbonamenti ai mezzi pubblici. Insomma, fare un po' di movimento è davvero conveniente sotto tutti i punti di vista. Ma non finisce qui, perché sono sempre di più le nazioni che oltre a questi vantaggi, premiano i lavoratori ciclisti addirittura pagandoli.
Pagati per andare a lavoro in bici: come funziona?
Si parla di programmi di mobilità ciclabile e sono delle strategie adottate dalle aziende per incentivare i propri lavoratori all'utilizzo delle biciclette per raggiungere il posto di lavoro. Come detto è una pratica che porta grandi vantaggi alla salute propria e degli altri, ma come se non bastasse si viene anche premiati economicamente.
In quali Paesi si viene pagati per andare a lavoro in bici e come funziona? L'Olanda è probabilmente la nazione più all'avanguardia da questo punto di vista, è un Paese in cui la gente percorre mediamente 2,6 km al giorno in bici. Eppure al governo non basta e per alzare questa media viene offerta ai pendolari un'indennità di chilometraggio. Non si tratta di una misura nuovissima, è anzi in vigore dal 2007 e consiste nel premiare i lavoratori ciclisti con 19 centesimi per ogni chilometro percorso, tutti detraibili dalle tasse.
Anche in Belgio è attivo lo stesso incentivo, che però ha un valore addirittura superiore e raggiunge i 24 centesimi al chilometro. Grazie a questa misura, nella prima metà del 2022 un quinto dei dipendenti delle piccole e medie imprese belghe ha ricevuto l'incentivo. In Francia i centesimi di bonus per ogni chilometro sono 25, per un tetto annuale massimo di 200 euro per lavoratore. L'indennità è stata testata per valutarne la validità e già nella prima fase di prove i ciclisti attivi sono aumentati addirittura del 50%. Ci sono infine altri Paesi come Lussemburgo, Spagna e Regno Unito che non pagano direttamente i propri lavoratori per far sì che si rechino in ufficio in bici, ma preferiscono invece dar loro dei bonus per l'acquisto di attrezzatura ciclistica.
E in Italia com'è la situazione? Da noi non c'è una legge nazionale che prevede indennità chilometriche, ma alcune amministrazioni locali le adottano ugualmente. È il caso di Bari, città in cui i pendolari in bicicletta ricevono un incentivo di 21 centesimi al chilometro per un massimo di 25 euro al mese. La speranza, ovviamente, è che sulla scia degli ottimi risultati registrati in Europa, anche il resto d'Italia segua la città di Bari e riconosca questo prezioso incentivo.