Guideremo mai delle macchine volanti?
Ci sono in Star Wars, in Blade Runner, nei Jetsons, in Ritorno al futuro e in un'infinità di film, videogiochi e serie tv. Le abbiamo immaginate di mille forme, super efficienti e capaci di rivoluzionare il traffico urbano. E in fondo non vediamo l'ora di poterne guidare per davvero una pure noi. Le macchine volanti sono nei sogni dell'umanità da prima ancora che esistessero i motori e le automobili, ma abbiamo davvero speranza di vederle sfrecciare per le nostre città, prima o poi?
È complicato. Al momento ci sono quasi una ventina di diverse aziende a livello mondiale che hanno promesso di portarle sul mercato entro il 2025, ma allo stesso tempo ingegneri ed esperti di mobilità hanno sollevato decine di perplessità, dal tecnico al normativo, per molte delle quali al momento non c'è una risposta. Ma andiamo con ordine.
Come sarà fatta una macchina volante
Un'auto creata a somiglianza di quelle odierne, ma senza ruote e capace magicamente di librarsi a qualche metro di quota? Improbabile. Per il momento le previsioni più verosimili descrivono i primi modelli di flying car come dei grossi droni, elicotterini a decollo verticale che siano quanto più possibile silenziosi, economici e sicuri. Difficile somiglino invece a una classica quattroruote senza ruote, anzitutto per una questione di aerodinamica: le automobili sono costruite per distribuire il peso equamente sui quattro punti d'appoggio e soprattutto per massimizzare l'aderenza al suolo, ossia il contrario di quello che serve per poter volare.
Tra le altre caratteristiche che persino un Nostradamus de' noantri sarebbe in grado di prevedere ci sono l'alimentazione elettrica - sia per una questione di rumore sia di emissioni urbane - e in generale un'efficienza peggiore rispetto alle automobili. Di fatto è inevitabile: un mezzo di trasporto che poggia a terra e si basa sul rotolamento è molto meno complicato (e costoso) da muovere rispetto a uno che deve rimanere sospeso a mezz'aria, combattendo istante per istante contro la forza di gravità. Per questo molti concordano che le macchine volanti siano un bel problema dal punto di vista della sostenibilità, dato che consumerebbero e inquinerebbero parecchio di più di quelle terrestri. Ed è opinione condivisa che, almeno con le tecnologie che riusciamo a immaginare ora, un'auto che vola potrebbe aver senso solo per spostamenti di medio e lungo raggio, diciamo dai 100 chilometri in su. Allo stesso tempo, però, l'attuale record di volo per un mezzo volante a batteria capace di trasportare persone è di soli 27 minuti, dunque servirà scendere a compromessi.
Ma ci sono anche caratteristiche intriganti. Per esempio, un mezzo a decollo verticale potrebbe partire non solo dalla terra, ma anche dall'acqua. E poi, una volta in volo, potrebbe viaggiare molto più in fretta delle classiche utilitarie e delle auto sportive, raggiungendo facilmente una velocità di crociera di 250 chilometri orari, che peraltro potrebbe essere quella ideale per massimizzare l'efficienza. Infine, ma più entusiasmante di tutto il resto, oggi il livello di sviluppo tecnologico raggiunto è tale da far pensare che, almeno a livello di prototipo e di primi modelli davvero funzionanti, ormai ci siamo.
La macchina volante incontra le città vere
Procedendo con la fantasia è semplice: si creano delle strade a mezz'aria, con corsie identificate in astratto e visualizzate da navigatori, si sposta il traffico su una o più quote rispetto al suolo, si restituisce il piano terra delle città a pedoni, biciclette, monopattini e altri mezzi di mobilità dolce, e magicamente anche tutta la questione degli ingorghi viene risolta. Bello eh? Ma irrealistico.
Anzitutto, prendendo in prestito il notorio scetticismo di Elon Musk per le macchine volanti, proviamo a immaginare una città sovrastata da migliaia di elicotterini in volo. Pensiamo al rumore che le loro pale creerebbero per consentire il volo. E magari pure alla brezza artificiale a cui sarebbero sottoposte le persone a terra. Insomma, non suona esattamente idilliaco.
Peraltro ci sono questioni ancora più serie. Per esempio, o le macchine volanti saranno a guida autonoma (con tutti i pregi e i difetti ben noti dell'affidarsi a un'intelligenza artificiale) oppure dovranno essere pilotate. Questa seconda ipotesi significherebbe modificare tutto il sistema delle autorizzazioni di guida, rendendole più simili a dei brevetti di volo e richiedendo corsi e addestramenti ben più articolati di quelli che si fanno ora per la patente B. Senza pensare a tutto il tema delle assicurazioni, o peggio ancora all'abilità media dei piloti se confrontata con le difficoltà di chi suda davanti a una rotonda o a un parcheggio a esse.
E volendo proseguire sotto questa doccia di realismo, a oggi sono state ipotizzate alcune soluzioni ibride che dovrebbero essere messe in campo semmai un giorno queste macchine arrivino davvero sul mercato. Per prima cosa, le strade per aria dovranno essere esattamente sulla verticale di quelle asfaltate, sia per una questione di ordine sia per la gestione normativa degli spazi aerei. Secondo, più che dei parcheggi bisognerà preoccuparsi di costruire aree di decollo e atterraggio, perché non è pensabile (almeno per ora, come tecnologia e logistica) che le auto vadano su e giù a loro piacimento in qualunque punto della città. E poi, infine, bisognerebbe capire come gestire la fase ibrida di transizione, un periodo molto lungo in cui coesisteranno auto volanti e non, e magari ci saranno modelli capaci di muoversi sia su gomma sia per aria.
Eppure l'economia sogna
Non sarà facile, è vero, ma lo sforzo di investimento che si sta facendo sulle macchine che volano lascia intendere che il lancio potrebbe davvero arrivare nel corso del prossimo lustro. Imprenditori e sognatori - che spesso sono caratteristiche che coincidono - non hanno infatti abbandonato l'idea di un futuro utopico in cui si viaggia a qualche metro da terra, e anzi stanno concentrando su questo filone grandi sforzi. E grandi finanziamenti.
Ogni anno arrivano per il mondo delle auto volanti più di 100 milioni di dollari da parte dei venture capitalist, e si stima che entro il 2040 il mercato della macchina che viaggia per aria arrivi a valere 1.500 miliardi di dollari. Non sarà un'esperienza proprio per tutte le tasche, perché i primi annunci parlano di un prezzo per la monoposto o biposto di svariate centinaia di migliaia di dollari. Ma si stima anche che con una cinquantina di euro si potrà fare un giretto a bordo di un taxi volante, che almeno nella prima fase potrebbe essere la soluzione a molti dei problemi. E poi, se anziché pensare ai prossimi 5 anni ci si proietta avanti di una cinquantina, chissà quali altre innovazioni ci aspettano.