I dirigibili, un’alternativa green agli aerei
Negli ultimi anni in tanti - ricercatori, aziende, enti pubblici - stanno scommettendo sul ritorno dei dirigibili, come dimostra il fatto che sono sempre più numerosi i progetti per rilanciarli sul mercato dei trasporti. Ma come mai, dopo oltre ottant'anni di mancato utilizzo, le cosiddette aeronavi dovrebbero ritornare in voga? Alla base ci sono diverse motivazioni, anche naturalmente come opportunità di business, ma l'aspetto più interessante di tutti è che diventino nuovi alfieri nella lotta al cambiamento climatico. Le aeronavi infatti inquinano pochissimo, e per questo possono costituire una valida alternativa agli aerei e ai più convenzionali mezzi di trasporto commerciali via aria.
Il ritorno del dirigibile
Partiamo da un dato di fatto: al giorno d'oggi nessuno viaggia e si sposta utilizzando dei dirigibili. In tutto il mondo sono presenti meno di un centinaio di questi velivoli, e peraltro la maggior parte di questi sono inutilizzati oppure sfruttati esclusivamente per fini pubblicitari, non certo per trasportare passeggeri. Eppure la loro storia inizia quasi 170 anni fa. Gli esordi delle aeronavi risalgono al 1852, quando fu inventato e messo a punto da Henri Giffard il primo velivolo a motore di questo genere, come evoluzione della mongolfiera. Lo storico viaggio inaugurale fu il 24 settembre dello stesso anno, con un mezzo potente circa 3 cavalli che volò da Parigi a Trappes, per qualche decina di chilometri appena.
Purtroppo, però, per il promettente mercato delle aeronavi fu fatale il terribile incidente che si verificò 85 anni più tardi e che coinvolse il dirigibile Hindenburg nel 1937. Il velivolo prese fuoco nei cieli del New Jersey e si distrusse completamente, causando la morte di molti passeggeri. Da allora la fiducia delle persone nelle aeronavi crollò irrimediabilmente, tanto che questo singolo tragico evento segnò di fatto la fine di un'epoca nel settore dei trasporti.
Almeno fino al Ventunesimo secolo: qualcosa, infatti, potrebbe a breve cambiare, e diverse aziende stanno provando a rilanciare sul mercato questi velivoli per proporre un’alternativa ai più comuni viaggi in aereo.
Un mezzo ecologico che tutela l'ambiente
Tra gli obiettivi collettivi del presente, condivisi a livello mondiale e che impegnano tanto i governi quanto le aziende e ogni singola persona, c’è di sicuro la lotta all’inquinamento e all'emissione di sostanze nocive. Proprio per questo motivo, anche nel settore del trasporto via aria si stanno ricercando soluzioni green per ridurre l’impatto ambientale.
Da un lato si sta lavorando alla realizzazione del primo motore a idrogeno per gli aerei, oppure su velivoli elettrici ibridi a batteria. Per ora queste soluzioni sono ancora allo stadio della ricerca preliminare, lontane dalla realizzazione pratica e dal lancio sul mercato, mentre sembra decisamente più attuabile anche in tempi brevi un ritorno all’utilizzo dei dirigibili. Non avrebbe senso snobbarli o scartarli a priori: si tratta, tutto sommato, di mezzi piuttosto veloci rispetto alla media di quelli di terra, super silenziosi e di sicuro molto meno inquinanti degli aerei.
Facendo riferimento ai dati oggi a disposizione, l’aviazione di tipo commerciale è responsabile di oltre il 5% delle emissioni di gas che stanno alla base dell’effetto serra e del riscaldamento globale. Il dato più allarmante riguarda il fatto che ogni singolo passeggero, per un volo di media distanza, inquina per circa 53 chilogrammi di anidride carbonica. Volare utilizzando un dirigibile ridurrebbe di 10 volte l'impatto inquinante, contribuendo con una quantità di anidride carbonica emessa pari ad appena 4,5 chilogrammi. Insomma, per le proprie caratteristiche tecniche intrinseche non potrà di certo sostituire in tutto e per tutto gli aerei, ma si tratta di una soluzione praticabile e affascinante per favorire la lotta al cambiamento climatico che - come sappiamo - sta già causando gravissimi danni in tutto il mondo.
Non è un caso che negli ultimi mesi si rincorrano le notizie a proposito dei dirigibili, a dimostrazione dell'aumentata attenzione collettiva, delle nuove interessanti possibilità tecnologiche e dalle nuove opportunità commerciali che diverse imprese sperano di attivare. Persino la Brigata Paracadutisti Folgore ha sostituito con un nuovo dirigibile gli aerei e gli elicotteri utilizzati per i lanci di addestramento. La britannica Hybrid Air Vehicles ha annunciato un dirigibile elettrico di lusso ormai pronto al volo inaugurale. E alcuni dei più celebri dirigibili utilizzati per scopi pubblicitari hanno di recente ripreso le loro sfilate per i cieli europei e nordamericani.
Vantaggi e svantaggi
Di sicuro, come raccontato, i dirigibili presentano un notevole vantaggio dal punto di vista ambientale, aspetto molto significativo considerando l’importanza e l'urgenza del prendere azione in ogni modo possibile contro il riscaldamento globale. I motivi per cui attualmente esistono pochi in commercio sono principalmente di natura economica, per via dei costi elevati di utilizzo. La realizzazione di un dirigibile, grazie ai sistemi più moderni, è tutto sommato semplice e non rappresenta un particolare scoglio. Il vero problema è il gas che occorre per permettere al dirigibile di volare: in genere si è sempre usato l’elio per motivi di sicurezza, anche se è molto più costoso dell’idrogeno. Quest’ultimo, d'altra parte, pur essendo decisamente economico è molto infiammabile, dunque è estremamente difficile contenerne i rischi. Il problema non è dunque la spinta propulsiva che serve a muovere il velivolo, ma il sistema a pallone necessario affinché galleggi nell'aria.
Un altro svantaggio non trascurabile riguarda la velocità: anche con un mezzo al massimo delle attuali potenzialità tecnologiche, occorrerebbero circa 15 ore per viaggiare da Londra a Barcellona, un tempo decisamente superiore rispetto a quello impiegato da un aereo di linea. Questo significa anche che è improponibile l'uso delle aeronavi per tratte di lunga percorrenza, per esempio intercontinentali e transoceaniche, così come per quelle che attraversano un intero continente.
Un dato su cui occorre riflettere per dare la giusta prospettiva al ritorno dei dirigibili riguarda il fatto che circa la metà dei voli commerciali globali coprono una distanza inferiore a 400 chilometri. Di conseguenza è proprio su queste tratte, quelle di breve percorrenza, che si può inserire questa nuova nicchia di mercato. Insistendo non tanto su passeggeri business che si muovono di fretta, ma su turisti, amanti della natura, appassionati di viaggi e amanti dei trasporti slow. Mettendo insieme gli obiettivi dichiarati da società che stanno investendo nel settore, si potrebbe arrivare a formare una flotta complessiva di 265 nuovi dirigibili da 100 passeggeri ciascuno già entro il 2025.