Caro carburanti, il ministro Cingolani: "Aumenti immotivati, colossale truffa"
Un aumento ingiustificato dei prezzi, per il quale non esiste alcuna motivazione tecnica. Sono queste le dure parole con cui il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha commentato gli aumenti vertiginosi del carburante di queste ultime settimane.
Aumenti carburante immotivati, il commento di Cingolani
Il ministro della transizione ecologica, in un'intervista per la trasmissione Progress di Sky TG24, non ha esitato a definire immotivati gli aumenti del carburante che in questi giorni stanno. Secondo Cingolani si tratta di una corsa al rialzo ingiustificata, che vede i prezzi di benzina e gasolio crescere ogni giorno in maniera scollegata dalla realtà dei fatti sulla base di una spirale speculativa a vantaggio di pochi.
Si tratterebbe quindi di una colossale truffa, resa possibile anche dalle fasi di instabilità internazionale derivate dal drammatico conflitto in Ucraina, che hanno inevitabilmente creato tensione nel mercato, portando a una situazione in cui sono le famiglie e le imprese a pagare il prezzo più alto.
Le possibili soluzioni
Per porre fine a questa "truffa colossale" il ministro Cingolani chiede di lavorare per bloccare i costi dell'energia e creare un tetto massimo sui prezzi del gas in Europa. Gli operatori europei che esportano gas non possono fare i conti senza l'Europa, ha sottolineato Cingolani, per cui un prezzo massimo che consenta al mercato di non affossare potrebbe essere la miglior soluzione per mettersi al riparo dai rincari ingiustificati.
Sempre secondo il ministro alla Transizione ecologica cifre intorno agli 80 euro/MWh potrebbero essere adeguate. Si tratterebbe comunque di un importo pari al doppio di quello che pagavamo un anno fa, ma che comunque costituirebbe una importante boccata d'ossigeno per cittadini e imprese, che hanno visto in poco tempo quadruplicare il prezzo. Oltre a intervenire sul prezzo del gas Cingolani propone la creazione di un tetto massimo Ue anche per l'energia. L'intervento, secondo il ministro, deve arrivare da una strategia europea, poiché se fosse un solo Stato a metterlo in pratica le cifre apparirebbero troppo piccole, mentre se arriva da tutti i 27 Paesi membri Ue cambia sensibilmente. Riguardo al gas poi, Cingolani ha affermato di voler impiegare a pieno i giacimenti già presenti in Italia, per dare alle aziende energivore forniture a prezzo controllato.
Diversificare gli approvvigionamenti energetici?
Secondo il ministro del Mite quello che paghiamo oggi è il prezzo di scelte storiche sbagliate che ci hanno portato a non diversificare la nostra dipendenza energetica.
Oggi il nostro Paese dipende in gran parte dal gas russo e, se il Cremlino decidesse di chiudere il rubinetto, le nostre scorte si esaurirebbero in otto/nove settimane. In questo momento di emergenza, ha spiegato Cingolani, il Governo è all'opera per diversificare le sorgenti di gas in modo tale da riuscire a sopperire alla eventuale carenza dei 29 miliardi di metri cubi che arrivano dalla Russia e che rappresentano circa il 40% del fabbisogno nazionale.
Vi sarebbero già accordi preliminari con altri Paesi in base ai quali 15/16 miliardi di metri cubi di gas sarebbero garantiti entro il primo semestre 2022. Un traguardo che fa ben sperare, considerato che si tratta del 50% del gas che attualmente arriva dalle fonti russe, e che potrebbe aprire la porta a un approvvigionamento che copra il 100% del fabbisogno nazionale entro i prossimi 24/36 mesi.
Sarebbe impensabile, secondo Cingolani, iniziare a cambiare ora il nostro paesaggio energetico, poiché richiederebbe anni, anche se possiamo sfruttare al massimo i giacimenti di gas esistenti. Questo permetterebbe di avere a disposizione circa 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più, che potrebbe essere destinato alle piccole e medie imprese energivore a prezzi controllati.
Sempre cercando di non perdere mai di vista le nuove tecnologie, incentivando e accelerando le sorgenti rinnovabili.