Le allergie primaverili arrivano sempre più in anticipo, in pieno inverno: è l'effetto del cambiamento climatico
È già tempo di allergie? Guardando solo il calendario parrebbe ancora presto, ma la presenza delle prime margherite e degli alberi in fiore lascia pochi dubbi: la primavera è in anticipo e alcune persone sono già alle prese con i fastidiosi sintomi allergici. Il passaggio dalle nevicate alla fioritura delle piante è ormai molto rapido, a volte avviene in ordine inverso.
Questa è la fotografia sintetica di un clima che si sta modificando di stagione in stagione a causa dell’inquinamento ambientale e del riscaldamento globale. L’incremento dei sintomi allergici è solo uno dei tanti problemi con cui dobbiamo fare i conti ma, considerando il numero crescente di persone sensibili e l’incremento dei periodi dell’anno ritenuti a rischio, non può essere sottovalutato.
I segnali di un clima che sta cambiando
Nelle scorse settimane abbiamo assistito a rapidi cambi meteorologici: prima le nevicate di San Valentino e poi il caldo della seconda parte di febbraio, con i termometri che segnavano oltre i 20°C. Avere un assaggio anticipato di primavera può sembrare una bella notizia, in quanto permette di passare qualche ora in più all’aria aperta, lasciando da parte i giacconi invernali e dando una mano anche alla riduzione dei contagi da Sars-Cov-2. In realtà, però, il risveglio in anticipo della natura è un fenomeno che preoccupa gli esperti, perché tende a causare gravi danni agli ecosistemi viventi e alle coltivazioni. Basta pensare alle perdite di raccolto già registrate negli ultimi anni a seguito di gelate arrivate dopo alcune settimane di tempo mite.
Come detto, gli effetti di un inverno anomalo si ripercuotono sulla fioritura delle piante, che a volte avviene addirittura diverse settimane prima rispetto a quando accadeva alcuni decenni fa. Tra le tante bizzarrie climatiche dell’ultimo periodo, si è evidenziato un picco nelle concentrazioni di pollini già nella giornata del 15 gennaio, a meno di un mese dall'inizio dell'inverno.
In particolare, nella città di Novara è stata registrata una concentrazione di 591 pollini al metro cubo di Cupressaceae (piante come cipresso e ginepro). Valori di sicuro anomali considerando il periodo dell’anno, e non è la prima volta che succede: un singolo dato si per sé non significa alcunché, ma il fatto che questi fenomeni si ripetano con sempre maggiore frequenza nel corso degli ultimi anni è un chiaro segnale di un clima che sta mutando, con evidenze scientifiche che si accumulano ormai in una lista infinita.
I principali allergeni: quando prestare più attenzione
Di solito si inizia a parlare di allergie verso la parte centrale del mese di marzo, ma l’inverno mite di quest’anno sta anticipando le fioriture e di conseguenza per qualcuno è già ora di starnuti, pruriti e fastidi alle vie respiratorie. Ma vediamo quali sono i nemici più temuti dagli allergici.
Anzitutto le graminacee (frumento, mais, orzo, granoturco eccetera), presenti ovunque in Italia e a cui è allergico circa il 20% della popolazione. Di solito la fioritura inizia al sud nella seconda parte del mese di marzo e al nord durante aprile, ma il picco per la concentrazione nell’aria arriva circa un mese dopo (quindi tra metà aprile e maggio, a seconda della latitudine) per poi decrescere via via fino all’estate. Poi è previsto un secondo picco, meno intenso, a cavallo della fine dell’estate. Le graminacee producono molto polline e per questo sono tra le più temute. A causa del cambiamento climatico, poi, il periodo della fioritura si sta estendendo, causando problemi allergici sempre più seri e soprattutto che iniziano già quando formalmente è ancora inverno.
La seconda causa principale di allergie è l’ambrosia, una pianta diffusa in pianura, dove ci sono terreni secchi e con un’alta concentrazione salina. La stagione della sua fioritura è appunto l’estate, i mesi più caldi dell’anno. Ancora, sono fastidiosi per molti i pollini dell’artemisia e della betulla: la prima cresce in collina e presenta il suo picco nei mesi di agosto e settembre, la seconda è presente soprattutto lungo gli argini dei fiumi e i bordi delle strade, provocando - nei mesi a cavallo tra estate e inverno - sintomi in chi è sensibile a questa pianta.
Facendo una rapida carrellata delle altre piante che causano problemi allergici ci sono la parietaria, l’ulivo, il cipresso, il salice, il carpino, il pioppo eccetera. In generale, però, per quasi tutte le piante esistono persone che presentano sensibilità specifiche, con sintomi più o meno gravi e proprio per questo motivo è un fenomeno da tenere monitorato sia a livello generale sia individuale.
Con le buone abitudini si riducono i fastidi
Le allergie non sono certo un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni la situazione in termini di persone coinvolte e di sintomatologia è peggiorata: l’inquinamento ambientale e il riscaldamento globale hanno effetti negativi sulle persone predisposte a manifestazioni allergiche. In Italia il numero complessivo di chi soffre di allergie si aggira intorno ai 10 milioni, con molte altre persone che neppure sanno di esserlo. Il problema riguarda soprattutto i giovani e i bambini in età pediatrica, che possono sviluppare contemporaneamente più di una sensibilizzazione.
Insomma, la situazione desta una certa preoccupazione e il progressivo anticiparsi della stagione delle fioriture non facilita la gestione del problema. Per combattere i sintomi più frequenti, come bruciore agli occhi, starnuti, naso che cola, prurito e gola secca, ci sono gli antistaminici, farmaci molto efficaci che non presentano forti effetti collaterali. Prima di pensare alle terapie, però, è bene sottolineare l’importanza della diagnosi delle allergie, ottenibile grazie a specifici test, utili anche a orientarsi su quando è più importante prestare attenzione.
Oltre alle cure farmacologiche, è bene cercare di limitare le reazioni allergiche attraverso comportamenti virtuosi: non stendere la biancheria all’aperto durante i periodi di fioritura, purificare l’aria di casa attraverso specifici apparecchi, evitare parchi o altre aree in cui sono presenti piante che stimolano allergie e tanto altro. Insomma, la prima strategia contro le allergie è il cercare di ridurre l'esposizione agli allergeni.