Il vaccino europeo a mRna è quasi pronto
Un nuovo vaccino sta terminando la fase di sperimentazione, e si attende che nel giro di qualche settimana arrivi pure l'approvazione da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (l'Ema). Si tratta del vaccino CVnCoV, prodotto dall’azienda tedesca CureVac sfruttando la tecnologia a Rna messaggero (mRna). Con l'elevato numero dosi che dovrebbero essere fornite, e visti i risultati positivi delle sperimentazioni condotte fin qui, il vaccino rappresenta un'importante occasione per l'Italia e per l'intera Unione Europea per accelerare ulteriormente la campagna vaccinale. Si tratta peraltro della prima valida alternativa ai vaccini a mRna prodotti negli Stati Uniti, tanto che non a caso quello di CureVac viene spesso descritto come il vaccino europeo.
Un vaccino simile a Pfizer e a Moderna
Il vaccino CVnCoV si basa sulla stessa piattaforma biologica utilizzata da Pfizer-Biontech e da Moderna. La risposta immunitaria è mediata grazie alle molecole dell'Rna messaggero, che contengono le istruzioni per la produzione della proteina spike di Sars-Cov-2, ossia la proteina bersaglio del virus. Di conseguenza le cellule immunitarie del nostro corpo possono imparare a riconoscere l’antigene virale, e produrre anticorpi specifici in grado di neutralizzare il virus vero e proprio qualora dovesse entrare all'interno dell'organismo.
Tra i vantaggi di questo vaccino, anche rispetto ai suoi analoghi d'oltreoceano, c’è di sicuro una maggiore facilità di conservazione. Basandosi su una tecnologia più avanzata rispetto ai due attualmente in commercio, può essere conservato per 3 mesi a una temperatura di 5°C, e addirittura a temperatura ambiente per 24 ore senza alterarsi o perdere di efficacia. Ciò significa che anche il problema della refrigerazione, comunque fino a qui non troppo impattante sulla campagna vaccinale, sarebbe risolto in partenza.
Risultati ancora parziali, ma positivi
Proprio perché gli studi sperimentali sono ancora in corso, non abbiamo a disposizione informazioni dettagliate sulla percentuale di efficacia del vaccino europeo, né sull’eventuale presenza di effetti avversi più o meno frequenti. Quello che emerge da una prima analisi è che il vaccino produce una risposta immunitaria forte già dopo la prima dose, e sembra essere efficace pure contro le varianti del nuovo coronavirus Sars-Cov-2 conosciute fino a qui, in particolare nei confronti di quella cosiddetta sudafricana.
Il siero degli animali vaccinati durante la fase pre-clinica della sperimentazione, in particolare, mostra una forte immunizzazione pure nei confronti delle varianti riscontrate per la prima volta nel Regno Unito e in Danimarca. Quello che invece ancora non sappiamo è che cosa accada nelle persone anziane, ossia in che modo il vaccino impatti sull'organismo di chi è più avanti con l'età.
Quando sarà utilizzabile?
L’iter di approvazione del vaccino di CureVac è iniziato il febbraio scorso, e ora come anticipato ha già raggiunto uno stadio molto avanzato. Appena lo studio di fase 3 sarà concluso, i risultati verranno valutati il più rapidamente possibile dall’Ema, e la speranza nella migliore delle ipotesi è che già dalla fine di maggio (o al massimo dall’inizio di giugno) la soluzione vaccinale sia regolarmente registrata e utilizzabile.
Per ora non ci sono le condizioni per programmare un calendario vaccinale o di distribuzione delle dosi in Italia, ma si spera che il tutto possa avvenire molto rapidamente. Come dato emblematico della brevità delle tempistiche a cui si ambisce, la filiale elvetica di CureVac ha già annunciato l’inizio di un iter particolare per arrivare ad autorizzare l'uso del vaccino CVnCov anche in Svizzera.
Lo sprint dell'Unione europea (e dell'Italia)
Il nuovo vaccino in arrivo rappresenta uno strumento in più molto importante per tutta l’Unione europea per procedere con la campagna vaccinale e accelerare il processo di immunizzazione. Inoltre, in chiave economica e geopolitica, è una possibilità per ridurre la dipendenza europea dalle aziende farmaceutiche statunitensi Pfizer e Moderna. A oggi, infatti, i vaccini a mRna sembrano avere un'efficacia leggermente maggiore di quelli basati sulla piattaforma a vettore virale, dunque (anche se tutti hanno ottime prestazioni) potrebbero diventare quelli di uso preferenziale sul medio e lungo periodo.
In termini quantitativi, si prevede una produzione massiccia di dosi del vaccino CVnCoV e, grazie all’accordo dell’Ue del novembre scorso, CureVac si è impegnata a fornire 225 milioni di dosi da distribuire in tutti i paesi membri, con la possibilità di aggiungerne altri 180 milioni. Come è facile intuire, anche l’Italia otterrà un beneficio diretto dall’ingresso in commercio del nuovo vaccino prodotto in Germania. Spettano al nostro paese 7,3 milioni di dosi entro giugno di quest'anno e altri 14,6 milioni nel terzo trimestre, ossia entro settembre. Queste dosi si aggiungeranno a quelle prodotte da Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson: forse sarà la volta buona per mettere la parola fine al tema della carenza nelle forniture delle dosi vaccinali.