Come saranno ferie e vacanze nel 2021
Che vacanze ci aspettano nel 2021? È un tema su cui moltissimi si interrogano: qualcuno perché desideroso di concedersi un periodo di divertimento e riposo, altri per cercare di anticipare le tendenze di mercato e concludere qualche ottimo affare. E non è semplice dare una risposta precisa perché, in un contesto di estrema incertezza e rapida evoluzione come quello della pandemia, fare previsioni è un'impresa quasi impossibile. Tuttavia, riposta nel cassetto la sfera di cristallo, ci sono alcuni elementi che possono aiutare a orientarsi per i mesi a venire, sulla base di variazioni di mercato, sondaggi, buon senso, mode emergenti e cambiamenti culturali indotti dal lockdown.
Per qualche strano motivo, a tutti i nuovi modi di fare vacanza viene attribuito un nome anglofono: workation, staycation, flexication, undertourism, slow tourism, last minute e molto altro. Ma cosa vuol dire, nella pratica, fare e organizzare ferie in queste nuove modalità? E quanto davvero si radicheranno rispetto ai modi di fare villeggiatura a cui ci si era tutti abituati negli ultimi anni?
In vacanza, sì, ma restando a casa
Detta così suona meno eccitante rispetto a pronunciare la parola staycation, ma di fatto è proprio questo che significa. Lo si potrebbe chiamare turismo di prossimità o turismo domestico, e di fatto non implica per forza di restare tutte le notti a dormire nella propria cameretta. Vuol dire, in senso più ampio, riscoprire i luoghi vicini, lasciando perdere almeno temporaneamente le mete più lontane ed esotiche. Esplorando quelle bellezze dietro casa, a decine o massimo a centinaia di chilometri da dove si abita, che magari non ci si è mai concessi il tempo di apprezzare fino in fondo.
Il muoversi a corto raggio e il restare nei dintorni è naturalmente la risposta più ovvia all'emergenza sanitaria. Da un lato perché consente di rispettare le limitazioni alla circolazione a livello nazionale o regionale, e dall'altro perché permette di viaggiare in autonomia in automobile, senza il bisogno di fare ricorso ad aerei, treni e altri mezzi di trasporto. Dopo una crescita notevole nel corso del 2020 (con un +50% in termini di turisti, che colloca l'Italia come capofila di questa nuova moda), non è ardito pronosticare per il 2021 un consolidamento di questo trend della staycation.
In vacanza, sì, ma a lavorare
Se può sembrare una gran seccatura il dover lavorare pure mentre si è in vacanza, di certo è molto più allettante il concetto opposto: poter stare in vacanza anche mentre si lavora o si studia. È questa l'idea che sta dietro alla workation, che in pratica significa trasferirsi in un luogo che si reputa migliore di quello in cui si abita di solito, approfittando di un periodo in cui tra smartworking e didattica a distanza sono tantissime le persone costrette a non frequentare uffici e aule.
E già che si deve stare gran parte della giornata davanti a un computer, perché non farlo di fronte a un bel panorama di montagna o a due passi dalla spiaggia? C'è chi in questo contesto preferisce optare per l'affitto, mentre altri puntano a hotel e resort: l'importante, comunque, è che ci sia corrente elettrica e connessione a internet a banda larga. Non a caso, tanto gli albergatori quanto i locatori di camere e appartamenti si sono attrezzati per realizzare aree lavoro e aree studio all'interno delle proprie strutture, e avere postazioni comode e funzionali sta diventando ancora più importante di una bella piscina o di qualche torta in più servita a colazione.
La polarizzazione del turismo
È quello che sta accadendo soprattutto in termini di tempistiche, perché con la pandemia sono cambiati profondamente i ritmi con cui il turismo viene vissuto. Su un fronte c'è un'esasperazione del last minute, o addirittura del last second, perché pochi si azzardano a prenotare viaggi e alloggi in anticipo di fronte a una situazione in cui da un momento all'altro la diffusione del contagio potrebbe far cambiare le regole e impedire di partire. Sull'altro fronte, all'opposto, c'è un rallentamento nel modo in cui il turismo stesso viene vissuto. Già nel 2020 c'è stato un aumento medio del 10%-20% nella permanenza nelle strutture ricettive, e gli operatori turistici si aspettano che nel 2021 si proseguirà con lo stesso andamento.
In pratica, dunque, si decide all'ultimo se partire e dove andare, ma una volta lasciata casa si preferisce restare via più a lungo. Anche perché la vacanza viene sempre più percepita e vissuta come un modo per prendersi cura di sé, per rallentare e immergersi in una cultura locale, per vivere un luogo e godere delle sue bellezze. Abbandonando la logica dei tour fatti da mille brevissime tappe.
Il turista underground che va in bici
La vacanza a rallentatore - lo slow tourism - si lega strettamente a un'altra moda che si prepara a stabilizzarsi: il sostituire i grandi centri con mete più piccole, sconosciute e alternative. Se andare nelle classiche mete turistiche iper-gettonate passa sotto la definizione di overtourism, preferire luoghi meno famosi (e meno frequentati) ha preso il nome di undertourism.
Tuttavia, il mito della ribellione, dell'anticonformismo e della clandestinità proprio della cultura underground prende forme molto meno trasgressive quando si tratta di undertourism. In pratica, si possono immaginare viaggiatori under dediti a passeggiare per le vie di piccoli borghi, a pedalare immersi nella natura, a sorseggiare cocktail e tisane sui balconi davanti a bei panorami e a esplorare luoghi che il turismo di massa ha sempre snobbato.
In tanti, ma da soli
Altra tendenza apparentemente contraddittoria che pare possa affermarsi nel corso del 2021 riguarda il numero di interazioni sociali da avere in vacanza. Piuttosto comune è infatti il desiderio di stare lontano dagli affollamenti e dai luoghi iper-frequentati, preferendo starsene per i fatti propri. Allo stesso tempo, però, c'è la voglia di condividere le vacanze con parenti e amici, che a causa della pandemia si sono frequentati meno del solito. Il che, per buona parte delle persone, è l'esatto contrario di quanto si faceva nel pre-pandemia. Il risultato, quindi, potrebbe essere un forte aumento delle prenotazioni di gruppo, allontanandosi però dai più comuni luoghi di villeggiatura.
I luoghi esotici reinventati
Se andare dall'altra parte del mondo è un sogno nel cassetto che molti hanno scelto e sceglieranno di posticipare, in attesa che l'emergenza sanitaria globale giunga a una soluzione, ci sono altri modi in cui si possono individuare luoghi originali e insoliti. Accanto ai piccoli borghi e alle destinazioni di campagna o di collina, c'è chi preferisce concedersi una vacanza in alta quota, o magari in tenda con la prospettiva di dormire sotto le stelle.
A dare indicazione di questo trend sono soprattutto le ricerche online degli italiane, cresciute su questo filone già di oltre il 30%. In versione più soft, questa moda si potrebbe tradurre in un maggior numero di attività all'aria aperta, dallo sport alle escursioni, passando per la pesca e i picnic.
Le nuove consapevolezze e le nuove pretese
Se la teoria che la pandemia ci ha reso persone migliori fosse vera, si potrebbe pensare che nel 2021 il turista medio sia un turista più attento. Attento al proprio benessere e all'armonia del luogo che temporaneamente abita. Consapevole dell'importanza della sicurezza, sanitaria e non solo, per se stesso e per gli altri. E alla ricerca di un perché meno superficiale alla propria esperienza di viaggio, attribuendo alla vacanza nuovi significati e un nuovo senso.
Più probabilmente, però, le novità in termini di spostamenti, prenotazioni e calendarizzazioni si tradurranno soprattutto in nuove esigenze pratiche. Sono sempre più importanti, agli occhi del turista, le regole chiare e trasparenti sulla cancellazione e sulla possibilità di cambiare date e meta della propria vacanza. E questo bisogno di flessibilità intrinseca ha dato il nome a un altro dei trend annunciati per il 2021: la flexication.
Oltre alla ricerca del relax e alla voglia di limitare i contatti con gli sconosciuti, molto apprezzati potrebbero essere i servizi automatizzati per il check in e in check out, le personalizzazioni con pacchetti su misura e l'offerta di alloggi diversi da quelli standard. Ma più di tutto, sul 2021, peserà l'evoluzione della pandemia e l'efficacia delle campagne vaccinali, che determineranno quanto in fretta (e quanto intensamente) ci si muoverà dallo scenario emergenziale a quello del post pandemia. E se alla fine in parte resteranno radicate e consolidate le nuove modalità, ci sarà anche un fisiologico riavvicinamento alle vecchie abitudini.