Terremoto a Napoli: «La crosta della caldera dei Campi Flegrei è esposta a fratture» - Lo studio
Il terremoto avvenuto a Napoli ieri, giovedì 7 settembre 2023, di magnitudo 3.8, ha messo in agitazione la popolazione, in particolare tra Pozzuoli e il centro della città partenopea. Dallo studio «Potential for rupture before eruption at Campi Flegrei caldera in southern Italy» pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment di Nature, e portato avanti dai ricercatori dell’University College London (Ucl) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), si evince che gli eventi sismici degli ultimi anni hanno la crosta della caldera dei Campi Flegrei.
Scossa di terremoto a Napoli: la crosta dei Campi Flegrei si è indebolita
«La crosta della caldera flegrea sta passando da una fase elastica» a una inelastica. In quest’ultima fase ogni aumento di sforzo associato al continuo sollevamento viene immediatamente liberato sotto forma di terremoti» - È quanto ha affermato Christopher Kilburn dell’Ucl.
Stefano Carlino dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv (INGV-OV), afferma che «Lo studio evidenza come la deformazione inelastica sta avvenendo con un livello di sforzo inferiore rispetto al 1984. Questo risultato suggerisce che, nel corso degli episodi di sollevamento della caldera si sono progressivamente prodotte modifiche dello stato fisico della crosta e che questi cambiamenti non possono essere trascurati».
Campi Flegrei: il valore della ricerca
Gli autori dello studio che mette sotto esame la crosta della caldera dei Campi Flegrei, sottolineano inoltre, come la loro ricerca indichi la necessita di analizzare sempre più le relazioni tra i segnali registrati in superficie e i processi che li determinano, fondamentali per le valutazioni più precise in riferimento alla pericolosità vulcanica dei Campi Flegrei.
Lo studio di valenza scientifica, è ad oggi privo di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile, ma rappresenta un contributo molto utile in futuro per migliorare gli strumenti di previsione e prevenzione di protezione civile. I risultati emersi dalla ricerca portata avanti dall’University College London (Ucl) e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), non hanno alcuna implicazione sulle misure che riguardano gli aspetti relativi alla sicurezza degli abitanti.