Solo 300 cervi italici rimasti in Italia, scatta l'operazione per salvarli
Si chiama "Operazione Cervo Italico" ed è la missione nata per salvare l'esistenza del cervo nella nostra penisola, fortemente a rischio.
Cervo Italico a rischio, che cos'è
Il cervo italico è in pericolo e rischia di scomparire dalla nostra penisola, per questo motivo è cominciata una missione di salvataggio per permettere a questo meraviglioso mammifero di abitare ancora a lungo i nostri boschi: l'Operazione Cervo Italico. Si tratta di un progetto che mira a proteggere e conservare il cervo italico, una specie endemica dell'Italia che rischia l'estinzione. Anche noto come "principe dei boschi", questo cervo vive principalmente in alcune aree protette del centro e del sud del nostro Paese, ma la sua popolazione è diminuita drasticamente a causa della caccia, della perdita di habitat naturale e della competizione con altre specie, riducendola a circa 300 esemplari. Il progetto dell'operazione cervo italico prevede l'implementazione di una serie di azioni per proteggere la specie, tra cui il controllo della caccia, la creazione di zone protette e la promozione di iniziative di sensibilizzazione. In particolare, il progetto si concentra sull'istituzione di un sistema di monitoraggio della popolazione di cervi, utilizzando tecniche di conteggio e di raccolta di dati.
Operazione Cervo Italico, di cosa si tratta
L'operazione cervo italico coinvolge diversi enti pubblici e privati e ha ottenuto già importanti risultati, come l'aumento del numero di esemplari di cervo italico e la riduzione della caccia illegale. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare per garantire la sopravvivenza a lungo termine della specie. Gli esemplari rimasti vivono in condizioni di isolamento genetico in provincia di Ferrara, nel "Bosco della Mesola" ma la consanguineità e le possibili modificazioni dell'habitat sono elementi che non ne garantiscono la sopravvivenza a lungo termine. È scattata dunque una nuova fase dell'operazione cervo italico che si è occupata del trasferimento dei primi 20 esemplari di Cervus elaphus italicus nel Parco Naturale Regionale delle Serre e nelle Riserve naturali circostanti della Calabria.
Si tratta solo di un primo step che punta a ripetersi periodicamente, trasferendo 20 esemplari all'anno fino al 2025. Presso il Parco naturale regionale delle Serre, che ha visto la sua biodiversità arricchirsi, i cervi sono sottoposti a un intenso monitoraggio mediante collari satellitari. L'ottimismo è figlio dell'esperienza: operazioni simili sono state infatti già svolte con un'altra sottospecie, quella del Cervus elaphus corsicanus, la cui popolazione è passata da poche centinaia a circa 10mila esemplari e si spera di replicare con il cervo italico.
È necessario però ridurre ulteriormente la caccia illegale e migliorare la gestione del territorio per preservare l'habitat naturale del cervo italico, una specie autoctona unica al mondo e tipica della nostra penisola. Tutti gli altri cervi presenti in Italia sono infatti cervi europei introdotti a partire dal secondo dopoguerra e che hanno notevolmente aumentato la loro presenza. Inoltre, è importante continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della conservazione della biodiversità e del ruolo fondamentale che il cervo italico svolge negli ecosistemi italiani.