Solitudine: un nemico silenzioso, ma pericoloso quanto il fumo
Soffrire costantemente di solitudine determina una lunga lista di conseguenze negative, sia dirette sia indirette, sulla salute fisica e mentale. Oltre a tutti i problemi che possono condizionare la vita lavorativa e sociale, trascorrere molte ore da soli e vivere con poche interazioni sociali può essere pericoloso alla pari del fumo, in quanto favorisce lo sviluppo di numerose patologie che condizionano il benessere e aumentano il rischio di morte prematura.
Le interazioni sociali servono per stare bene
Il New York Times l’ha definita "un’altra pericolosa epidemia" proprio per il numero di persone che vivono in condizione di solitudine. Non si tratta di un problema che riguarda solo le persone anziane, ma anzi coinvolge sempre più giovani.
I sondaggi condotti negli Stati Uniti hanno messo in luce che tra il 2003 e il 2020 il tempo trascorso dalle persone statunitensi da sole è aumentato in media di 24 ore al mese, mentre è diminuito quello che si trascorre con amici e familiari.
La pandemia ha complicato ulteriormente lo scenario, con molte persone che hanno smesso di compiere piccole azioni quotidiane sociali, come andare a fare la spesa, uscire per recarsi alle poste o sbrigare altre commissioni. Di certo questo permette di risparmiare tempo, ma è evidente che le relazioni sociali - soprattutto dal vivo - ne possono risentire, con conseguenze negative sullo stato di salute. Questi deficit, se protratti nel tempo, possono causare un più rapido declino cognitivo, differenti forme di demenza e perdita di memoria verbale.
Diversi studi scientifici hanno anche dimostrato che la solitudine determina un aumento del rischio di infarto, insonnia, obesità, depressione, diabete e altri disturbi della salute. Tutto questo, inevitabilmente, determina maggiori possibilità di morte prematura.