Smart working: quanto pesa sulla bolletta?
Lavorare da casa anziché recarsi in ufficio ogni mattina è certamente più comodo e può sembrare anche meno costoso, ma con l'aumento del costo dell'elettricità è ancora così conveniente? Ecco quanto pesa sulla bolletta lo smart working.
Quanto costa in bolletta fare smart working
Durante la pandemia in molti hanno dovuto adattarsi a nuovi modi di lavorare e, non potendo recarsi in ufficio, si è fatto di necessità virtù diffondendo e affermando il concetto di smart working. Un sistema che, a dir la verità, in molti casi è andato oltre il lockdown e tutt'ora sono tantissimi i lavoratori che continuano a lavorare da casa.
Trasformare la nostra stanza in un ufficio ha certamente i suoi vantaggi, primo fra tutti quello di non doversi alzare prima per prendere i mezzi pubblici o salire in auto e affrontare il traffico. Ma l'altro grande vantaggio riguarda le spese; inutile dire che restare a casa costi meno del recarsi in ufficio. Ma ne siamo ancora così convinti?
È vero, si evita di pagare i mezzi oppure il carburante per l'auto, il parcheggio e tutte le spese annesse, però c'è un costo che finora era sempre stato silenzioso e adesso ha cominciato seriamente a far rumore: la bolletta dell'energia elettrica. Smartphone, computer, stampante, luci, aggiungiamoci anche il riscaldamento in vista dell'inverno, sono tutti elementi che incidono tantissimo sulla nostra spesa mensile. Se poi vogliamo considerare anche la pausa pranzo, si consideri che in ufficio il pasto veniva comprato e consumato (oppure si ricorreva al servizio mensa), mentre ora - in casa - ce lo si prepara da soli costituendo però un ulteriore esborso legato al gas dei fornelli o all'elettricità del forno. Ma quindi, in definitiva, quanto costa oggi lo smart working? E, soprattutto, è ancora più economico del lavoro in ufficio?
Lo smart working è ancora più economico del lavoro in ufficio?
Questa domanda se l'è posta Altroconsumo, che ha condotto un'indagine per trovarvi una risposta basandosi sulle abitudini di due famiglie tipo. Nella famiglia 1 vivono due genitori senza figli, hanno una casa di residenza con un contatore da 3 kW e riscaldamento autonomo. Soltanto una delle due persone svolge smart working per tutta la settimana, mentre l'altra si reca in ufficio. Secondo una stima, se entrambe lavorassero fuori casa avrebbero un consumo medio annuo di 1900 kWh. Ora passiamo alla famiglia 2: tre membri, di cui due adulti che lavorano sempre da casa e un figlio che va a scuola. Anche qui, come nella famiglia 1, parliamo di una casa di residenza con contatore da 3 kW e riscaldamento autonomo. Considerando che i membri sono tre e non due come nel primo caso, se entrambi i genitori lavorassero fuori casa avrebbero un consumo annuo di 2700 kWh anziché i 1900 della famiglia 1.
Ora però prendiamo il caso di un lavoratore da smart working e che quindi trascorre molto più tempo in casa. Ne consegue che in autunno inoltrato e in inverno ci siano le luci accese tutto il giorno (28 kWh annui) e che ci sia un uso più frequente degli elettrodomestici (altri 40 kWh annui). A questi consumi va aggiunto quello più massiccio: il riscaldamento (o più in generale il condizionatore se si è in estate). Questo è un fattore che può pesare fino a 180 kWh annui in più, ma non è finita qui. Vanno aggiunti infatti gli strumenti stessi del lavoro: computer, smartphone, tablet, stampante e altri dispositivi elettronici consumano insieme altri 130 kWh annui per ogni lavoratore, dunque 260 se a fare smart working si è in due.
Torniamo dunque all'esempio della famiglia 1, quella con un solo lavoratore da casa: il consumo da 1900 kWh salirà del 23%, superando i 2300 kWh e spendendo quasi 300 euro in più. La famiglia 2 invece, con due lavoratori da casa, passerebbe dai 2700 kWh annui a 3173, spendendo circa 323 euro in più. Se a tutto ciò si somma anche il gas per il pranzo e tutte le spese extra determinate dallo stare in casa, si possono raggiungere anche 800 euro in totale. Un abbonamento per i mezzi pubblici invece costa tra i 300 e i 500 euro a seconda di zona e distanza e, dunque, la differenza tra smart working e lavoro in ufficio non è più così netta e ovvia come si poteva pensare qualche mese fa.