Rupofobia, quando lo sporco diventa un'ossessione
Lavarsi spessissimo le mani e dedicarsi alle faccende domestiche in modo estremamente scrupoloso e più di frequente del dovuto - magari anche con un senso di insoddisfazione e di frustrazione per il livello di pulizia - sono alcuni dei modi in cui si può identificare la cosiddetta rupofobia, ossia la paura dello sporco.
Come molti disturbi d'ansia, anche la rupofobia si manifesta con i tipici sintomi somatici come sudorazione abbondante, sensazione che manchi l'aria, battiti cardiaci accelerati, nausea, attacchi di panico, pianto, affanno eccetera. Se non presa seriamente in considerazione, questa condizione può influire negativamente sulla qualità di vita, al punto da limitare anche le attività sociali e quelle lavorative.
Le molte facce della paura dello sporco
Il timore irrazionale per lo sporco, per tutto ciò che non è igienico o che può essere fonte di contaminazione può diventare una vera e propria ossessione, che si estende anche al lavare se stessi, al pulire le stanze in cui si abita e tutto ciò con cui si ha a che fare. In base al modo in cui una persona manifesta la rupofobia, si parla di germofobia quando la paura riguarda soprattutto batteri e virus, di sindrome di Pilato quanto si ha l'ossessione di lavarsi in continuazione le mani e di misofobia se si ha timore del contatto con oggetti che potrebbero essere contaminati, ma anche di toccare altre persone o degli animali.
Gli scienziati si sono chiesti che cosa possa esserci all'origine di questo tipo di disturbo, e tra le cause ritenute più frequenti ci sono le aspettative troppo alte sulla pulizia indotte dai genitori, oppure episodi del proprio passato legati alla sporcizia e particolarmente drammatici o dolorosi. Tutto questo ha l'effetto di rendere più insicuri, di alimentare un senso di inadeguatezza e di fare sentire insoddisfatti o angosciati. Se da un lato l'attenzione alla pulizia e all'igiene è fondamentale per tutelare la salute, dall'altro l'esasperazione di questa attenzione può avere conseguenze altrettanto serie, sia dal punto di vista fisico sia psicologico.
Anche se ovviamente non esiste una terapia specifica per trattare la rupofobia, l'approccio con cui si affronta questo disturbo include un percorso di affiancamento psicologico che aiuti a gestire il malessere i vari sintomi che si manifestano, interrompendo il circolo vizioso di pensieri ansiogeni. Nei casi più seri il suggerimento è di rivolgersi a un medico, che può valutare anche di intervenire - per placare i sintomi - con opportune terapie ansiolitiche.