Riscaldamento globale, il troppo caldo uccide
Le stagioni intermedie con temperature miti sono ormai solo un ricordo alle nostre latitudini, e gli eventi climatici estremi si fanno invece sempre più frequenti. Gli effetti del riscaldamento globale sono sotto gli occhi di tutti, con un progressivo aumento delle temperature che interessa tantissime parti del mondo. Proprio negli ultimi giorni, per esempio, è stato registrato un caldo record nella parte artica della Russia, dove ci si è pericolosamente avvicinati ai 50°C.
Il dato globale che più di tutti preoccupa è quello della temperatura media del nostro pianeta: il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato da quando si fanno rilevazioni sistematiche, con una temperatura media di 1,1°C superiore all'epoca precedente l'era industriale. E tra i tanti effetti nefasti del caldo estremo e del riscaldamento globale si fa sempre più chiaro un ulteriore dramma prettamente umano: le morti causate direttamente dagli effetti del surriscaldamento planetario sono sempre più numerose.
Il troppo caldo che uccide
A chiarire la situazione e a fornire dati numerici sull'effetto dell'aumento delle temperature sulla mortalità è stato alla fine di maggio di quest'anno uno studio scientifico denominato Global warming already responsible for one in three heat-related deaths, che già dal titolo sintetizza la notizia principale: il riscaldamento globale è responsabile di un terzo delle morti imputabili al troppo caldo. Un dato emerso dalle analisi condotte dalla School of Hygiene & Tropical Medicine di Londra, dall'università di Berna e insieme al Multi-Country Multi-City Collaborative Research Network.
Il campione di riferimento impiegato nello studio è molto vasto, poiché sono state analizzate ben 732 località di 43 paesi diversi. I risultati mostrano come il 37% dei decessi causati dal caldo e dai fattori legati al calore sia indotto da cambiamenti climatici imputabili dall'attività antropica. Il periodo di riferimento della ricerca va dal 1991 al 2018, e sono stati considerati tutti i decessi che si sono verificati per un'esposizione a temperature superiori a quelle ottimali.
Insomma, pensare che già oggi una larga parte delle morti provocate dal calore sia conseguenza diretta dei cambiamenti climatici preoccupa parecchio, soprattutto considerando che non ci sarà un immediato un cambio di tendenza e che il trend per i prossimi anni sarà con tutta probabilità di ulteriore peggioramento. A dare una misura ancora più grave della situazione è stato poi un recente studio, condotto dalla Monash University in Malesia, secondo cui ogni anno nel mondo si registrano circa 5 milioni di morti in più a causa delle temperature anomale, includendo sia il caldo sia il freddo, indotte dal cambiamento climatico.
America e Asia le più colpite, a partire dalle città
Si stima che se non ci fossero le emissioni nocive di gas climalteranti, l'effetto serra e il riscaldamento globale, durante il periodo estivo avremmo una temperatura media del nostro emisfero pari a circa 21,5°C. Ebbene, negli ultimi anni si sono raggiunti i 23°C di media.
Questo grado e mezzo di differenza è molto più impattante di quello che si potrebbe pensare. Non solo per l'effetto sui vari ecosistemi, ma pure per la sopravvivenza stessa degli esseri umani: un effetto particolarmente evidente in alcune aree del mondo, visto che - come è facile intuire - la temperatura non cresce in maniera uniforme su tutto il nostro pianeta.
L’impatto del riscaldamento globale dovuto all'attività umana varia in base alle aree geografiche, e anche sulla base delle caratteristiche specifiche della popolazione che le abita. A farne le spese maggiori in termini di aumento di temperatura sono l’America centrale e meridionale insieme alle zone del sud-est dell’Asia, dove la percentuale di morti per il caldo imputabile all'inquinamento sale fino a valori compresi tra il 48% e il 61%.
I danni peggiori si registrano nelle città: secondo i dati raccolti, New York registra 141 decessi in più all’anno per queste cause (44,2% del totale delle morti legate al calore nella città), 136 morti in più all'anno a Santiago del Cile (44,3%), 189 ad Atene (26,1%), 172 a Roma (32,0%), 156 a Tokyo (35,6%), 177 a Madrid (31,9%), 146 a Bangkok (53,4%), 82 a Londra (33,6%) e 137 a Ho Chi Minh (48,5%).
I dati spaventano ma le previsioni sono peggiori
I numeri che abbiamo a disposizione oggi non sono certo incoraggianti, ma le prospettive future sono ancora meno rassicuranti. Basta pensare che se le emissioni non subiranno una significativa frenata, nel 2100 avremo più di 70 morti ogni 100mila abitanti a causa del riscaldamento globale, numeri che sono paragonabili alle morti complessive determinate da tutte le malattie infettive insieme.
Nel breve periodo sarà comunque inevitabile un ulteriore aumento delle temperature globali, con conseguenti eventi atmosferici estremi e problematiche di vario genere che andranno a gravare pure sul sistema sanitario. Proprio per questo, ribadiscono gli scienziati, occorre agire con estrema tempestività e rispettare gli accordi presi a Parigi per mantenere l'aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C e ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica fino ad arrivare alla cosiddetta neutralità carbonica, ossia a zero emissioni nette di CO2.