Riscaldamento globale: 4 mesi di estate. Tutti i cambiamenti in uno studio
Un’estate di 112 giorni, quasi 4 mesi, 21 in più degli attuali 91. È quello che ci aspetta se non cambieranno i ritmi del riscaldamento globale con una crescita media delle temperature di 1,5-2 gradi rispetto all’era preindustriale (siamo già a +1,1). A sostenerlo è uno studio dell'Università di Scienze e tecnologia di Pohang in Corea del Sud che simula come saranno nuove stagioni e scenari. Con il Mediterraneo e l’Asia orientale come zone più colpite.
Un’estate così lunga non inciderebbe ovviamente solo sulle vacanze o l’afa in città ma avrebbe effetti profondi anche per la salute, soprattutto di chi è più fragile, per l’agricoltura e per la disponibilità e i consumi di acqua e energia. Il coordinatore della ricerca, Seung-Ki Min, spiega come con un aumento di due gradi si arriverebbe appunto a 21 giorni di estate in più, con 1,5 gradi a 12-13. Come verrebbero distribuiti? L’estate climatica inizierebbe un po’ prima, già a fine primavera, e si prolungherebbe soprattutto un po’ di più in autunno.
Gli accordi di Parigi sul clima del 2015 prevedono di limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi ma sono forti i timori di sforamento e che si possa arrivare a due gradi. Lo studio si concentra anche sulle regioni che sarebbero più colpite dai cambiamenti, che si trovano alle latitudini medie. Gli effetti sarebbero più forti nel Mediterraneo e nell’Asia orientale (ma anche negli Stati Uniti e nell’Europa centrale). Qui è più urgente intervenire con misure per la salute, l'energia e l’agricoltura.