Energia e caro prezzi: dai rincari delle bollette un effetto “valanga” sull'85% della nostra spesa
“In un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento di benzina e gasolio ha un effetto valanga sulla spesa di famiglie e sui costi delle imprese”. E' quanto emerge da un'indagine condotta da Coldiretti, la Confederazione nazionale coltivatori diretti). E tutto questo inciderà sull'intera filiera agroalimentare con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie.
Aumento dell'energia elettrica: quanto inciderà sulla filiera agroalimentare?
L'indagine condotta da Coldiretti analizza dunque gli effetti che avranno gli aumenti della bolletta energetica (petrolio, gas ed energia elettrica) sull'intera filiera agroalimentare. Dalla coltivazione e il raccolto dei prodotti fino all'industria di trasformazione, per poi influire sui costi di conservazione e distribuzione, i rincari in bolletta produrranno un effetto boomerang che inevitabilmente si ripercuoterà sul nostro portafoglio quando andiamo a fare la spesa, trovandoci di fronte prodotti con prezzi inevitabilmente aumentati.
Gli agricoltori si troveranno infatti a dover sostenere costi aumentati del 50%, a causa del rincaro gasolio necessario alle operazioni per le coltivazioni. Un maggior onere che va ad aggiungersi all'aumento del costo del gas, impiegato per la produzione di fertilizzanti, che ha determinato un aumento del 140% sul prezzo dei concimi.
Le cose non vanno meglio per le aziende del settore florovivaistico, che stanno assistendo a un'impennata dei costi per il riscaldamento delle serre dove vengono coltivati ortaggi e piante ornamentali. In molti casi le imprese si sono viste costrette a spegnere i sistemi di riscaldamento, mettendo così a rischio la produzione di piante tipiche del florovivaismo nazionale.
Neppure l'industria zootecnica e lattiero casearia viene risparmiata dall'aumento della bolletta energetica: i maggiori costi che ogni allevatore si troverà a sostenere rischiano di mettere in ginocchio l'intero settore.
Senza contare poi che l'aumento energia elettrica andrà a incidere anche sui costi per gli imballaggi, provocando impennate sui contenitori in plastica (+72%), sulla carta (+31%) e sul vetro (+40%).
Se a tutto questo aggiungiamo il deficit logistico italiano, dato dalla carenza o totale assenza di infrastrutture per il trasporto merci, il quadro si fa ancor più complesso. Tale mancanza infatti, non solo costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, ma penalizza il nostro sistema economico rispetto a quello di altri Paesi, con un aggravio di spese per i nostri operatori economici dell'11% in più rispetto alla media europea. Questo va a penalizzare in particolar modo i settori in cui il sistema della logistica risulta cruciale, come il sistema agroalimentare italiano, fiore all'occhiello dell'export Made in Italy.
A tal proposito il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha affermato che sarebbe determinante poter dotare il Paese di una riserva energetica sostenibile puntando sulla filiera del biometano agricolo da fonti rinnovabili, riuscendo così a coprire il 10% del fabbisogno della rete del gas nazionale: "Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato con il Recovery Fund può essere determinante per agire sui ritardi strutturali dell'Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo".