Reflusso esofageo: la dieta può fare la differenza
Una dieta sana, equilibrata e adattata alle caratteristiche specifiche della persona può aiutare a combattere i sintomi tipici del reflusso esofageo, prevenendo il peggioramento della malattia stessa. Molto spesso si tende ad attribuire la colpa ad alcuni alimenti specifici, ma in realtà la causa può essere anche la tecnica di cottura impiegata, oppure le quantità consumate.
Le giuste scelte alimentari
Il reflusso esofageo è una delle patologie in deciso aumento negli ultimi anni e può essere condizionata da moltissimi fattori. Oltre a uno stile di vita sano e alla gestione dello stress, è molto importante eliminare le abitudini alimentari sbagliate e scegliere con accortezza ciò che si ingerisce nel corso della giornata.
Anzitutto, sono da evitare il fumo e un consumo eccessivo di alcol, in quanto possono determinare un aumento della produzione di acido nello stomaco. Un discorso analogo può essere fatto per il caffè, anche se una quantità moderata in linea generale non dovrebbe costituire un grosso problema.
Sul fronte opposto, tra i cibi sarebbero da prediligere i cibi magri e con poco tessuto connettivo, come pollo, tacchino, coniglio e pesce bianco. Molta attenzione va riposta anche alle tecniche di cottura: bollitura in acqua, lessatura sottovuoto e cottura a vapore sono sicuramente quelle da preferire.
Sul fronte delle cattive abitudini sono da includere anche i pasti troppo abbondanti o i cibi molto conditi. Anche la maggior parte dei formaggi (gorgonzola, pecorini, mascarpone, brie e altri) sarebbero da consumare con moderazione, mentre è consigliato assumere la giusta quantità di frutta e verdura, con porzioni sempre inferiori ai 150 grammi.