Pollini al microscopio
Con i primi tepori della primavera e con maggiori ore di luce la natura torna a fiorire. I paesaggi si riempiono di colori ma per molti c'è da fare i conti con un fastidioso rovescio della medaglia: le allergie. In Italia una persona su tre soffre di allergie ai pollini provenienti da piante come le graminacee o l'ambrosia e da alberi come il nocciolo, la betulla o il cipresso (leggi anche: Sindrome orale allergica). I sintomi più comuni sono la congiuntivite, la tosse secca, il prurito nasofaringeo, il naso chiuso e – nel peggiore dei casi – fenomeni di asma (leggi anche: Rapporto tra asma e rinite allergica).La stagione dei pollini è già iniziata con Cupressacee (la famiglia del cipresso) e taxacee (di cui fa parte il tasso). Le betullacee (famiglia di piante di cui fa parte la betulla e le Corilacee) sono diffuse particolarmente in tutto il Nord Italia, mentre nelle regioni meridionali in questo periodo è già in fiore la parietaria. Nelle prossime settimane arriveranno anche le Oleaceae, come la magnolia, e le Urticacee. Ci sono poi, tra le altre, le graminacee (come frumento, mais e gramigna) o la parietaria (leggi anche: Polline, cos'è e come agisce). ► Allergie primaverili: rimedi naturaliConsulta lo "Speciale polline"
Le immagini scattate con microscopio a scansione elettronica permettono di osservare i pollini nei minimi dettagli. A questa grandezza si possono notare i dettagli caratteristici che permettono al polline di rimanere attaccato agli animali impollinatori oppure di essere trasportati dal vento.Per poter notare tutti i dettagli di queste microspore, i microscopi di Arpa Liguria e del Dartmouth College hanno dovuto ingrandire l'immagine fino a 4000 - 5000 volte.► Allergia: 10 antistaminici naturali