Ora solare 2023, quando e perché si spostano indietro le lancette
Tra pochi giorni le lancette dell'orologio andranno spostate un'ora indietro, segnando il passaggio dall'ora legale a quella solare. Ma perché e quando cambia l'orario? Ecco i vantaggi e gli svantaggi che deriveranno da questo passaggio.
Ora solare 2023, quando spostare gli orologi?
Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre dovremmo spostare le lancette dei nostri orologi un'ora indietro. Con il passaggio all'ora solare - che ci accompagnerà fino all'ultima domenica di marzo 2024 - molte persone accuseranno svariati disturbi legati al ritmo sonno-veglia che viene alterato, portando insonnia e senso di malessere.
Il cambio dell'ora è da tempo oggetto di dibattiti, e la decisione di diversi Paesi di abolirlo definitivamente ha riportato l'attenzione sulla reale necessità di dovere spostare - ogni sei mesi - le lancette avanti o indietro sul quadrante. Se da un lato questo gesto ci permetterà di dormire un'ora in più nella notte in cui avviene il passaggio all'ora solare, dall'altro ci costringerà a rinunciare a 60 minuti di luce in più ogni pomeriggio. Con il ritorno all’ora solare - in pieno inverno - il sole tramonterà verso le 16.40. Questo si tradurrà in maggiori consumi di energia elettrica e in un aumento di emissioni Co2 nell'atmosfera.
Perché cambia l'ora? Storia dell'ora solare e legale
Come e quando nasce il cambio dell'ora? Introdotto e adottato per la prima volta nel 1916 dalla Gran Bretagna, l'appuntamento con lo spostamento delle lancette era dovuto principalmente a esigenze economiche legate alla Prima guerra mondiale. Nel 1784 Benjamin Franklin capì che in estate sarebbe stato possibile risparmiare molte candele adattando l'orario ai cambiamenti della luce e sfruttando al massimo l'irradiazione del Sole.
Le stravaganti proposte di Franklin - che non proponeva di spostare il tempo ma di obbligare la popolazione ad alzarsi ad orari più mattinieri, non trovarono seguito. L'inventore del parafulmine proponeva varie forme di pressione, tra cui la tassazione delle persiane, il razionamento delle candele, il divieto di circolazione notturna, e una sveglia rumorosa all'alba.
Solo nel 1895 un entomologo neozelandese - George Vernon Hudson - propose di modificare l'orario per spingere la popolazione ad alzarsi prima. Il documento - presentato alla Società Filosofica di Wellington - prevedeva uno spostamento in avanti degli orologi di due ore.
L'idea fu ripresa qualche anno dopo dal costruttore britannico William Willett, e nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera allo spostamento delle lancette in avanti di un'ora nel periodo estivo. Il British Summer Time permetteva di limitare i consumi di energia in un periodo - quello della prima guerra mondiale - in cui le esigenze economiche imponevano massima attenzione. Molti paesi seguirono l'esempio del Regno Unito, adottando una soluzione di risparmio energetico che - in tempo di guerra - era divenuta una priorità.
In Italia l'ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916 e - dopo molti tira e molla - divenne definitiva nel 1966. Nel 1996 l'Unione Europea ha adottato lo stesso calendario per il cambio dell’ora: con l’ora legale che scatta l’ultima domenica di marzo e l’ora solare l’ultima domenica di ottobre.
Abolizione cambio dell'ora, la decisione UE
Un'altra importante decisione dell'Unione Europea è arrivata nel 2018. Fu proprio tra luglio e agosto di quell'anno che la Commissione Europea indisse un sondaggio rivolto ai cittadini europei, chiamati a decidere se mantenere o no l'ora legale. Il quesito coinvolse più di 4.6 milioni di persone, l'84% delle quali chiedeva l'abolizione del cambio dell'ora. Per la stragrande maggioranza dei cittadini europei sarebbe stato giusto mantenere l'ora solare permanente. A seguito del parere espresso dai cittadini dei Paesi membri Ue la Commissione europea ha lasciato a ogni nazione la facoltà di scegliere se optare per l'ora solare o legale.
Per i Paesi nordici, tra cui Norvegia, Svezia e Finlandia, il passaggio all'ora legale non comporta alcun beneficio poiché non vi è alcun bisogno di prolungare le ore diurne. In Finlandia - nel giorno più lungo dell’anno - il sole sorge prima delle 4.00 del mattino e tramonta quasi alle 23.00. Al contrario nazioni come l'Italia trovano nel cambio orario un beneficio economico. Se con l'ora solare le bollette sono destinate a "lievitare" mantenere tutto l'anno l'ora legale porterebbe - secondo Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) - a un risparmio di ben 2 miliardi e 700 milioni di euro.
Per l'Italia - e tutta l'area del Mediterraneo - non solo mantenere l'ora legale tutto l'anno porterebbe un notevole vantaggio economico, ma anche un enorme beneficio per l'ambiente. Il minor consumo di energia si traduce infatti anche in emissioni ridotte di Co2 nell'ambiente.