Pellet: tra tutte le tipologie qual è quello che costa di meno?
Il costo del pellet, così come quello di tantissimi altre materie prime, in questo autunno è schizzato alle stelle, ma ne esistono diversi tipi: qual è il pellet più economico sul mercato?
Quale tipo di pellet costa di meno?
Il caro energia ha scombussolato i mercati e le economie delle famiglie che, in vista dell'inverno, sono alla ricerca di soluzioni per risparmiare senza rinunciare al riscaldamento delle proprie case. Le stufe a gas sono terreni quasi impraticabili e, al loro posto, una strada percorribile è sempre stata quella delle stufe a pellet. Da quest'anno però anche utilizzare questa biomassa è diventato un affare molto costoso e in molti sono alla ricerca di soluzioni economiche al pellet.
I rincari hanno colpito tutti e ora un sacco che l'anno scorso non superava i 5 euro per un peso di 15 chili, quest'anno arriva anche a 14 euro, dunque circa 1 euro al chilo! Essendo da sempre una fonte di riscaldamento conveniente, il pellet è stato richiestissimo in virtù degli aumenti del costo del gas. Ma c'è un problema: l'Italia non lo produce tutto da sé, anzi la maggior parte viene importato da altri Paesi come Slovacchia, Austria e Germania, che però lo realizzano importando scarti di legno industriali. E indovinate da quali paesi importano questo legno? Da Russia e Ucraina, i problemi purtroppo vengono di conseguenza con anche l'aumento dei costi.
Pellet alternativi a quello tradizionale
La spesa è certamente eccessiva, ma il costo varia in base alla tipologia e alla qualità del pellet stesso. Sì perché non tutti i pellet sono uguali e il prezzo varia anche in base alle caratteristiche. Fino allo scorso anno le due tipologie di pellet più consigliate e usate erano l'abete e il faggio, ma adesso i consumatori si accontentano anche di una qualità leggermente inferiore pur di risparmiare. Ecco dunque che si stanno aprendo le strade a nuovi tipi di pellet, come quello di castagno, quello proveniente dalle conifere, dall'ulivo o anche quello di canapa. Tutti tipi di legno che fino a un anno fa venivano sconsigliati proprio per via dell'alta qualità garantita da quello di abete, prodotto che però adesso latita e costa caro.
Ma tra le varie alternative, c'è una soluzione davvero economica? Ci spiace smorzare gli entusiasmi, ma purtroppo no, nessun pellet alternativo è economico quanto lo era il pellet tradizionale l'anno scorso e dunque, anche cambiando combustibile, il risparmio rispetto al 2021 non ci sarà. È la legge del mercato: in assenza di abete e faggio, la domanda di altri prodotti è salita e con essa anche il prezzo. Il costo di un sacco da 15 chili si aggira attorno ai 9 euro, prezzo che può scendere a 8 se ne acquistiamo in grande quantità, che è certamente meno di un sacco di pellet di abete, ma è comunque più del doppio rispetto al costo del pellet "alternativo" che avevamo l'anno scorso.
C'è però un tipo di pellet che costa ancora meno ed è dunque il più economico sul mercato e, non a caso, non proviene dal legno. Parliamo del pellet di nocciolino (risultato della lavorazione del nocciolo delle olive) e di quello ricavato dai gusci di nocciola o dal mais. Il costo per questo pellet non legnoso non supera i 7 euro al sacco, risultando così la tipologia più economica sul mercato. Purtroppo però non tutte le stufe e caldaie a pellet supportano questo combustibile, e un utilizzo scorretto potrebbe compromettere l'intero impianto costringendovi ad affrontare spese ben più alte di quelle del pellet stesso.
Il consiglio è di contattare l'azienda produttrice della vostra stufa o caldaia e chiedere se il vostro modello supporta pellet alternativi e, in caso contrario, se è possibile convertire l'impianto per adeguarlo alle vostre necessità. In questo modo, affrontando una piccola spesa iniziale, risparmierete molto in futuro sulla fornitura del vostro riscaldamento.