Istat: con la pandemia raddoppiati i giovani che si dicono "insoddisfatti"
La conferma dell’Istat è arrivata: la pandemia ha causato danni psicologici consistenti sui giovani italiani. Negli ultimi 2 anni, in percentuale, il numero di adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale è sostanzialmente raddoppiato, passando dal 3,2% del 2019 al 6,2% del 2021.
Lo scarso benessere psicologico ha determinato - in un circolo vizioso - un aumento del consumo di alcol e una minore soddisfazione per le relazioni con gli amici. E ancora, tra i giovanissimi sono cresciuti i fenomeni di bullismo, di violenza e di vandalismo, emblematici di una condizione di sofferenza e irrequietezza.
Diminuisce la soddisfazione per la vita
La pandemia di Covid-19 e le conseguenti restrizioni hanno determinato per molte persone la necessità di riorganizzare la vita quotidiana. I danni sono stati maggiori tra i ragazzi, costretti a rinunciare alle uscite con gli amici, allo sport, alla scuola in presenza e a tanto altro. I risultati dal punto di vista psicologico sono stati inseriti nel report Benessere equo e sostenibile (Bes): nella fascia di età 14-19 anni, i ragazzi che si sono dichiarati insoddisfatti della vita sono circa 220mila, mentre coloro che sono molto contenti sono scesi dal 56,9% del 2019 al 52,3% del 2021.
Anche le relazioni amicali sembrano più in crisi: il numero di giovani che dice di incontrarsi con amici almeno una volta nel corso della settimana è sceso dal 89,8% al 73,8%. Probabilmente come conseguenza, l’insoddisfazione nei confronti della vita e delle relazioni sociali si riflette anche sul rendimento scolastico e sul livello di competenza dei ragazzi e delle ragazze. Sul versante opposto, aumenta il consumo di alcol, che coinvolge il 23,6% dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni.
Tra le vittime psicologiche della pandemia ci sono anche, anzi soprattutto, le donne. In particolare, i livelli di benessere mentale sono diminuiti in maniera sensibile tra le mamme con figli piccoli in età prescolare, proprio per le difficoltà di gestire contemporaneamente lavoro e famiglia.
I danni psicologici derivanti dall’avere affrontato anni difficili non si esauriranno in tempi brevi, ma molto probabilmente ci accompagneranno anche in futuro, lasciando strascichi a medio e a lungo termine. Bisognerà allora essere pronti, spiegano gli esperti, a fornire ai giovani gli strumenti utili per superare le difficoltà e ricostruire pezzo dopo pezzo la soddisfazione per la propria vita, con tutte le attività che la caratterizzano.