Hai ricordi confusi del periodo della pandemia? La colpa è della monotonia
Rievocare i ricordi del periodo pandemico e delle cose accadute durante i mesi di lockdown risulta, per molte persone, un'attività difficile. Il contesto limitato e ripetitivo - e i giorni tutti simili tra loro, senza distinzione tra feriali e festivi - hanno in molti casi complicato il processo di sedimentazione dei ricordi, rendendo difficile la loro associazione a un periodo preciso. Per questo alcuni fatti accaduti in quel periodo risultano poco chiari, decontestualizzati o addirittura del tutto rimossi.
Come vengono memorizzati i ricordi
La pandemia ha offerto agli scienziati l’occasione per analizzare informazioni raccolte in condizioni eccezionali e di giungere a conclusioni molto interessanti. Nello specifico, varie ricerche si sono concentrate sulla percezione distorta del tempo durante il 2020 e il 2021.
Si è visto che per le persone è oggi particolarmente complesso associare gli eventi a periodi precisi, in quanto le giornate erano tutte simili tra loro, con pochi stimoli a differenziarle tra loro. Infatti, sono proprio le circostanze e il contesto di riferimento che permettono, di norma, di memorizzare con precisione un evento.
Non a caso, tutti si ricordano piuttosto bene dove si trovavano negli istanti iniziali di pandemia o cosa hanno fatto durante i primi giorni di smart working o di isolamento forzato. Dopo qualche settimana, però, tutto è diventato monotono, quindi sono venuti a mancare gli stimoli necessari per rafforzare i ricordi delle esperienze quotidiane.
Si tratta di un fenomeno del tutto normale, simile a quando percorriamo lo stesso viaggio in macchina ogni mattina. In assenza di eventi specifici (come un appuntamento a cena, un’uscita con gli amici, una riunione di lavoro o qualsiasi altra cosa fuori dalla routine quotidiana) non solo cambia la percezione del tempo, ma anche il modo di memorizzare informazioni e quindi la capacità di ricordare in seguito.