Allergie: l'intervista ad Antonino Musarra
Il 20% della popolazione ne soffre. Ogni anno questa patologia mette in ginocchio 15 milioni di persone. Parliamo dell’allergia, intesa in tutte le sue diverse forme (inalatoria, alimentare, etc.). Eppure, nonostante questi numeri, la situazione in Italia relativa prevenzione e cure in Italia risulta drammaticamente carente. Antonino Musarra, presidente di AAITO (Associazione Allergologi ed Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri), ci spiega perché. “Le strutture non soltanto sono insufficienti per numero, ma anche per organizzazione: strutture sono presenti sul nostro territorio a macchia di leopardo. Le liste d’attesa sono lunghissime. Tra gli allergologi, poi, non c’è turn over: il 50% dei giovani specialisti a 5 anni dal conseguimento della specializzazione in allergologia non trova occupazione nelle varie strutture. Proprio per contrastare il progressivo declino dell’allergologia e immunologia clinica e l’eccessiva sovrapposizione con altre branche specialistiche nella gestione della maggioranza dei problemi allergologici - prosegue il Presidente Musarra- nel 2002 è nata AAITO”.
Quali sono gli ambiti in cui agisce concretamente AAITO? “La nostra associazione è stata creata per identificare specifici percorsi assistenziali per pazienti con l’obiettivo di costruire reti regionali. L’allergologo, d’altra parte, non è soltanto uno specialista d’organo, bensì uno specialista con una visione globale. Si tratta dell’unico specialista in grado di poter fare una precisa diagnosi e dare la corretta terapia in caso di allergie: purtroppo, però, sul nostro territorio è scarsamente utilizzato. Il nostro obiettivo è quello di chiedere ai decisori pubblici un tavolo tecnico per affrontare il problema delle allergie. AAITO, pertanto, a fronte dell’evidente declino e della mancata tutela della nostra specialità, afferma un nuovo ruolo professionale dello specialista allergologo e immunologo clinico, ne tutela la formazione, fornisce corretti indicatori di qualità e di appropriatezza delle prestazioni erogate”. Chi sono i vostri iscritti? “Aderisce alla nostra associazione la maggioranza degli Specialisti che operano nelle strutture del SSN e, tra essi, la gran parte dei direttori di unità operative semplici e complesse di allergologia e immunologia clinica degli ospedali Italiani. I nostri Soci sono impegnati a identificare specifici percorsi assistenziali, definire peculiari processi diagnostici e terapeutici attraverso linee-guida, costruire reti regionali tra soggetti erogatori, rivendicare un ruolo non solo professionale bensì anche sociale e gestionale, valorizzare un approccio globale al malato. Lo sviluppo della Allergologia ed Immunologia Clinica, d’altra parte, richiede un’alleanza con i medici delle cure primarie e i pazienti per garantire appropriatezza clinica ed organizzativa. Vogliamo, insomma, agire da protagonisti in un nuovo contesto professionale per la sopravvivenza e lo sviluppo della nostra disciplina”. Attualmente com’è la fotografia degli allergologi in Italia? “Secondo l’ultima mappatura delle rete allergologica italiana relativa al 2017, nonostante il peso epidemiologico crescente delle patologie allergiche, si contano in totale 63 strutture tra unità operative semplici e complesse. Il problema dei giovani allergologi è ben fotografato da dati AAIITO: su 180 medici specializzati in allergologia negli ultimi 5 anni, più del 50% non riesce a trovare lavoro nelle strutture di allergologia. Una richiesta di visita allergologica su tre, inoltre, è inappropriata. Partendo da dati inglesi, dove una recente ricerca del 2014 ha stimato che solo 43% dei soggetti inviati allo specialista allergologo abbia test allergologici positivi, AAIITO nel 2017 ha realizzato una identica valutazione in Italia. Sebbene i risultati siano leggermente migliori, si evidenzia che la probabilità pre-test per patologia allergica sia nulla almeno nel 35 % dei pazienti che arrivano nello studio dell’allergologo”.
Grandissimo successo sta riscuotendo AllergicaMente, progetto di comunicazione fortemente voluto e promosso da AAITO. Di cosa si tratta? “Il sottotitolo già è indicativo: “piano d’azione per una allergologia sociale”. Simbolo del progetto è una pianta con cinque foglie, ognuna delle quali rappresenta un gruppo di allergie (da inalanti, da alimenti, da farmaci, da imenotteri, cutanee). A ogni “foglia” lavora una task force di allergologi che spiega, aggiorna, distingue ciò che è attendibile da ciò che non lo è, focalizzando l’attenzione sui punti di particolare interesse e criticità). AllergicaMente nasce per diffondere la conoscenza delle differenti forme di allergie, a partire dalla loro classificazione e descrizione (respiratorie, alimentari, da farmaci, da veleni di imenotteri, da contatto), per spiegare e chiarire chi è e cosa fa lo specialista in allergologia; per spiegare la differenza in campo allergologico tra ciò che è scientificamente validato ed attendibile (dai test diagnostici alle terapie) e ciò che non ha valenza scientifica, che quindi deve essere evitato, perché o costoso e inefficace o addirittura dannoso. AllergicaMente, inoltre, vuole facilitare il riconoscimento e l’emersione delle patologie allergiche, fornendo descrizione dei sintomi, dei possibili esami e delle principali terapie sicure e comprovate; fornire indicazioni utili su dove trovare gli allergologi, indicando in modo chiaro e semplice la mappa dei centri di allergologia, affiliati ad AAIITO, su tutto il territorio nazionale, per ogni singola regione; favorire il più possibile il buono stato di salute delle persone, indirizzando dall’allergologo coloro che ne hanno realmente bisogno; distribuire consigli pratici, in base all’esperienza pluriennale degli allergologi AAIITO, basate sul dialogo quotidiano con i loro pazienti. Il nostro progetto sfrutta tutti i mezzi digitali, dal sito internet a Facebook fino a Youtube. Sul sito, tra il resto, c’è una mappa dell’Italia con tutti i centri AAITO presenti sul territorio nazionale. Al di là di questo progetto di informazione, sono previste inoltre alcune iniziative istituzionali mediatiche volte a sensibilizzare l’utente, con particolare riguardo agli aspetti sociali (medicine salvavita, accesso alle cure da parte dei pazienti meno abbienti, etc). Abbiamo inoltre ideato campagne che prevedono uno screening ai parlamentari italiani grazie al supporto di reti televisive. Molto spesso il paziente di patologie allergiche è un paziente che peregrina tra i vari specialisti: siamo di fronte, insomma, alla “sindrome turistica” di chi, purtroppo, soltanto dopo anni e anni, arriva ad avere una risposta precisa”.
Di grande importanza, a tal proposito, risulta “Una firma contro le allergie e l’asma”, petizione nazionale che avete avviato nelle ultime settimane. Di cosa si tratta? “È la prima petizione nazionale a sostegno dei diritti delle persone allergiche. Questa raccolta di firme è finalizzata proprio a dare una risposta a tutte le esigenze di cui abbiamo parlato finora. A partire dal rendere più semplice ai pazienti allergici l’accesso ai centri di allergologia, fino al favorire la diagnosi precoce per le malattie allergiche e al rendere gratuite le principali terapie (come, ad esempio, l’immunoterapia contro gli imenotteri, vaccino contro le allergie di tipo respiratorio che di solito è a carico del paziente). Non si capisce, infatti, perché ad esempio l’allergico lombardo possa disporre di un vaccino erogato dalla rete ospedaliera, mentre i paziente di altre regioni sia costretto a pagarsi lo stesso vaccino”. Qual è lo stato delle allergie, oggi? “Registriamo un aumento esponenziale delle malattie allergiche a causa di una serie di fattori noti tra cui, soprattutto, i cambiamenti climatici, l’effetto serra e il riscaldamento progressivo. Tutti fenomeni, questi, che hanno portato a fioriture precoci e prolungate, aumentando quindi il potere allergenico dei pollini e favorendo una aumentata distribuzione geografica delle piante allergeniche. Alcuni anni fa, ad esempio, non esisteva l’allergia all’ambrosia: oggi è molto diffusa. La nostra cultura, inoltre, soffre paradossalmente di “troppa igiene”, con conseguente deviazione del sistema immunitario verso allergeni ambientali. Questo favorisce anche mutazioni di tipo genetico. Molto spesso, attualmente, le allergie compaiono infatti in soggetti che non hanno alcuna familiarità a questo tipo di patologie. Cosa che si nota soprattutto sui migranti. La maggior parte di pazienti allergici provenienti dai paesi poveri sono diventati allergici dopo vari anni di permanenza in occidente: è dunque l’ambiente a favorire la comparsa di allergie. I soggetti più colpiti oggi sono soprattutto i bambini. Ma anche tra gli adulti ci sono moltissimi asmatici. Certo, le tipologie di allergia sono generalmente differenti: in età pediatrica si riscontrano più facilmente allergie alimentari al latte, al grano e all’uomo. Negli adulti sono più frequenti le allergie a frutta, semi e crostacei. In ogni caso, non esiste un’epoca della vita risparmiata dalle malattie allergiche: ormai le allergie sono presenti in ogni fascia d’età. Talvolta, addirittura le allergie compaiono per la prima volta in età avanzata. Anche l’andamento del quadro clinico, negli ultimi anni, è cambiato: basti pensare che spesso riscontriamo episodi di asma nel bambino in età scolare, poi un lungo periodo di assenza della patologia, quindi una nuova ricomparsa in età adulta. Un quadro complesso, che necessita della massima attenzione a partire dalla fase di anamnesi. Ecco perché avere gli specialisti adeguati, in numero idoneo e in centri ben organizzati, per il nostro Paese è fondamentale”.