“Morti per le emissioni della grande industria di petrolio e gas come nelle guerre più brutali”
Undici milioni e mezzo di morti: tanti saranno entro la fine del secolo quelli per le emissioni, collegate con il conseguente aumento delle temperature, delle più grandi aziende dell’industria del petrolio e del gas. A sostenerlo è uno studio dell’ong Global Witness.
“Ogni 0,1°C di aumento delle temperature sarà letale - dice Sarah Biermann Becker di Global Witness Unless, come riportato dal quotidiano britannico The Guardian - Il numero di vittime sarà paragonabile a quello delle guerre più brutali. I governi devono intervenire e mitigare l’impatto del caldo estremo e intensificare la transizione dai combustibili fossili”.
Global warming, chi sono i più colpiti
Il report utilizza i modelli utilizzati dalla Columbia University e dall’ong Oxfam e prevede che ci saranno 226 decessi in più per il cambiamento climatico ogni milione di tonnellate di carbonio rilasciato. Basandosi su una stima di 51 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in più nell’atmosfera per l’attività dalle grandi compagnie di questo settore, si arriva alla previsione di 11,5 milioni di morti in più entro il 2100. Con uno scenario a più basse emissioni sarebbero meno della metà, 5,5, comunque tantissimi.
Le ondate di calore e gli eventi meteo estremi conseguenti hanno già colpito e colpiranno duramente in particolare chi è già più debole socialmente, i più anziani e chi lavora all’aperto, soprattutto nei settori agricolo ed edile. Nell’estate del 2022, secondo gli ultimi dati elaborati, il caldo estremo ha ucciso 61 mila persone in Europa mentre questi decessi sono aumentati anche negli Stati Uniti del 95% tra il 2010 e il 2022.