Le mimose e i ciliegi sono già in fiore ma siamo a novembre, natura impazzita
Non solo un caldo fuori stagione che ancora coinvolge gran parte d'Italia in questi primi giorni di novembre, la natura ci lancia chiari segnali di squilibrio facendo fiorire piante tipicamente primaverili (come le mimose) già da ora: che cosa sta succedendo?
Piante primaverili in fiore a novembre, c'è da preoccuparsi?
Si dice che non ci siano più le mezze stagioni, ma a quanto pare la verità è che esistono e si scambiano tra di loro e ci ritroviamo ad assistere in autunno a scene esclusivamente primaverili. Mimose e ciliegi in fiore sono fenomeni a cui dovremmo assistere tra marzo e aprile, non di certo a novembre; eppure è esattamente quello che sta succedendo nel nostro Paese sia al Nord che a Sud. Arrivano infatti dalla Puglia segnalazioni di fioriture di alberi di ciliegie, mentre in Veneto ci sono già i tipici fiorellini gialli delle mimose, insomma uno scenario assolutamente anacronistico che - se da un lato può destare il nostro sorriso e la nostra curiosità - dall'altro dovrebbe farci riflettere e sì, anche preoccupare.
Se non guardassimo il calendario, molto probabilmente saremmo convinti di essere in primavera ed è esattamente questa la situazione che sta vivendo la natura, costretta a scombussolare i suoi tempi regolari per colpa del grande caldo estivo e della scia che è arrivata fino a questi primi giorni di novembre. Gli esseri viventi, come animali e piante, sono in tilt e questa condizione può essere molto pericolosa per loro. Pensate appunto ai ciliegi sopra citati: ora stanno vivendo un periodo primaverile, ma in arrivo c'è l'inverno e non l'estate. Un rapido abbassamento delle temperature sarebbe dannoso per queste piante e ne metterebbe a rischio la regolare produzione di frutti per le colture del prossimo anno, dando un ennesimo colpo di scure al già martoriato settore agricolo.
Si pensi infatti che la tanto sofferta siccità estiva non è assolutamente terminata, anzi gli agricoltori sono ancora alle prese con irrigazioni di soccorso per non compromettere anche le coltivazioni autunnali e invernali. In questi mesi la semina è soprattutto a base di grano e cereali, ma con i terreni completamente secchi risulta letteralmente impossibile. Secondo Coldiretti questi sono segnali inequivocabili del cambiamento climatico e non si limiteranno solamente a quest'anno, per il quale intanto i danni hanno già superato i 6 miliardi di euro, ovvero circa il 10% della produzione totale.