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Le barriere coralline rischiano il peggiore sbiancamento globale della storia

Rischiamo di perdere il patrimonio di coralli, che sono a livelli di sbiancamento mai visti, e l’ecosistema che alimentano. Il responsabile è il riscaldamento climatico, con picchi record nei mari che sorprendono anche gli scienziati
Ambiente16 Aprile 2024 - ore 16:59 - Redatto da Meteo.it
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Le barriere coralline diventano sempre più bianche e purtroppo non è per niente un bello spettacolo per il nostro pianeta. Lo sbiancamento a livello globale sta raggiungendo infatti livelli record, mai registrati nella storia, come rivelano due studi appena pubblicati.

Coinvolti 53 Stati del mondo

Più del 54% delle barriere coralline del mondo, in 53 Paesi diversi, sono state coinvolte dal fenomeno nello scorso anno. Lo fanno sapere in un comunicato congiunto l’agenzia meteo americana Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) e  l’International Coral Reef Initiative (Icri).

“È probabile che supereremo presto il precedente picco del 56%”, spiega all’emittente tv Usa Cnn Derek Manzello, coordinatore del Reef Watch Program del Noaa. La causa del deterioramento, con cambiamento del colore in bianco, è del riscaldamento globale che sta toccando nell’ultimo anno livelli che sorprendono anche gli scienziati non solo a terra ma anche e soprattutto negli oceani.

Lo sbiancamento precede la morte dei coralli

Quando i coralli sono esposti a queste ondate di calore marine, espellono le microalghe che danno loro la colorazione, oltre a energia e nutrimento. Lo sbiancamento può così preludere alla loro morte se le temperature delle acque non torneranno normali, minacciando anche le specie e la catena alimentare che si appoggiano alla loro esistenza.

I precedenti eventi di “sbiancamento globale” risalgono al 1998, al 2010 e al 2014-2017 e questo potrebbe essere il più grave in assoluto. Le aree coinvolte vanno dalla Florida ai Caraibi e al Messico, dal Brasile all’Australia, dal Mar Rosso al Golfo Persico, dall’Oceano Indiano alle Seychelles e alle coste orientali dell’Africa.

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