Turni di lavoro notturni: tutte le conseguenze negative sulla salute
Lavorare di notte determina notoriamenre un disallineamento dei ritmi circadiani, con danni per la salute e il benessere dell’organismo. Ora uno studio pubblicato sulla rivista Science Translation Medicine, condotto sui topi, ha dimostrato che le conseguenze negative sono peggiori per gli uomini rispetto alle donne.
Cosa succede lavorando di notte?
Il nostro organismo è regolato da ritmi specifici che gestiscono diverse funzioni, tra cui il senso di fame, il ciclo sonno-veglia e le varie funzioni metaboliche.
Il disallineamento di questo orologio biologico a causa di turni di lavoro notturno, come può accadere per medici, infermieri, poliziotti, operai e altre categorie di lavoratori, determina problemi al fegato, al microbioma intestinale e ad altri organi.
Lo studio appena pubblicato, in particolare, evidenzia che i danni variano da persona a persona, con differenze significative tra maschi e femmine: tra i primi è stato rilevato un maggiore aumento dei batteri intestinali e un più marcato peggioramento delle normali funzioni metaboliche.
Insomma, anche se quanto scoperto non può essere considerato automaticamente valido anche per gli esseri umani, sembra che le donne siano mediamente più resistenti ai cambiamenti di ritmo rispetto ai maschi. Un ulteriore studio, condotto su 90mila persone, ha confermato una maggiore incidenza della sindrome metabolica negli uomini che lavorano secondo un orario strutturato a turni rispetto alle donne con gli stessi impieghi.
Tutto questo evidenzia la necessità di adottare, sia da parte dei lavoratori sia per i datori di lavoro, migliori strategie per gestire le conseguenze negative del lavoro notturno e della conseguente alterazione dei ritmi circadiani.