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Intolleranza al lattosio, una condizione molto frequente nel mondo: ecco perché

Dopo lo svezzamento la maggior parte delle persone perde la capacità di digerire correttamente il latte a causa della perdita dell’enzima lattasi: un fenomeno tanto diffuso quanto disomogeneo
Salute22 Maggio 2023 - ore 11:06 - Redatto da Redazione Meteo.it
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Quasi tutti i mammiferi riescono a digerire bene il latte nei primi anni di vita grazie alla presenza dell’enzima lattasi che trasforma il lattosio in glucosio e galattosio. Quando si diventa adulti, però, succede molto di frequente che l'organismo perde la capacità di assimilarlo correttamente.

Gli esseri umani sono tra i pochi mammiferi a consumare il latte - peraltro di altre specie animali, a partire dalle mucche - anche dopo lo svezzamento, pur presentando molto spesso sintomi di cattiva digestione.

Un'intolleranza non omogenea

Il latte è una delle bevande più consumate al mondo, ma la maggior parte della popolazione mondiale è intollerante al lattosio. La distribuzione delle persone che non riescono a digerirlo non è omogenea: per esempio, in Irlanda e nel nord Europa quasi tutte le persone lo riescono a bere, mentre in Asia l’intolleranza è molto diffusa.

Si stima che in Grecia solo 2 persone su 10 in età adulta siano in grado di digerirlo correttamente, mentre in Cina più dell’85% della popolazione è intollerante al latte.

Spiegare dal punto di vista scientifico questa grande varietà non è affatto facile, ma sembra non avere direttamente a che fare con l’abitudine di continuare a bere il latte dopo i primi mesi di vita, perché è una questione principalmente genetica. L’incapacità di digerire correttamente il latte si manifesta dopo lo svezzamento in quanto l’attività dell’enzima lattasi si riduce in quasi tutti i mammiferi, determinando l’incapacità di scomporre in maniera efficace il lattosio.

Non per tutti, però, l'intolleranza si manifesta con gli stessi effetti e la stessa intensità. In alcuni casi si manifestano sintomi lievi, in altre persone si verificano difficoltà digestive, mal di pancia, accumulo di gas intestinale e episodi di diarrea. Fino ai casi più gravi in cui a risentirne è lo stato di salute generale della persona.

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