Come gestire al meglio l'intolleranza al lattosio
L’intolleranza al lattosio, soprattutto nei casi in cui non viene gestita correttamente, può determinare un peggioramento della qualità della vita delle persone. Per controllare al meglio i sintomi e mantenere una dieta equilibrata, chi presenta questa condizione dovrebbe certamente prestare più attenzione alle scelte a tavola. Non è sufficiente ridurre o eliminare i cibi contenenti lattosio, ma è importante scegliere le giuste alternative e anche utilizzare - quando necessario - integratori specifici.
Le alternative al lattosio
L’intolleranza al lattosio è una condizione molto comune che deriva dalla carenza dell’enzima lattasi, essenziale per la scomposizione del lattosio stesso in glucosio e galattosio. Si stima interessi grossomodo il 50% degli italiani e, pur non essendo in sé particolarmente pericolosa per la salute generale, richiede qualche attenzione in più nella quotidianità.
I sintomi possono variare (anche di molto) da persona a persona: i più frequenti sono dolori addominali, gonfiore, flatulenza, diarrea, nausea e crampi addominali. Questi si manifestano, di norma, poco tempo dopo avere ingerito cibi contenenti lattosio, poi nel giro di qualche ora tendono spontaneamente a scomparire.
Oltre a ridurre il consumo di alimenti di origine lattiero-casearia, è importante optare per alternative vegetali come il latte di mandorla, di soia o di cocco. Non sempre l’intolleranza impedisce di assumere lattosio e, proprio in questi casi, può essere utile consumarne regolarmente piccole quantità, così definire i propri limiti e assicurare il corretto apporto di calcio. In alcuni circostanze, su suggerimento del medico, si possono anche assumere integratori di lattasi, i quali permettono una più efficace digestione del lattosio presente nei cibi.