Inizio 2022 con la siccità: i problemi anche per l'Italia
Non piove né nevica da settimane, soprattutto nel nord ovest della nostra penisola, a causa di un anticiclone che funge da blocco per le precipitazioni e i per fronti nuvolosi. Questo vortice di alta pressione ci farà compagnia ancora per qualche giorno, causando ulteriori problemi di siccità, anche perché già nel mese di dicembre le precipitazioni erano state alquanto scarse, con millimetri di pioggia dimezzati rispetto alla media del periodo.
Durante queste prime settimane del 2022 il trend è rimasto lo stesso della fine del 2021, se non addirittura peggiorato, e il progressivo aggravarsi della situazione globale sta mettendo in allerta alcune aree geografiche che soffrono ulteriormente a causa di carenze idriche preesistenti.
Siccità: cause e effetti (nuovo clima e non solo)
La siccità è correlata direttamente alla mancanza di precipitazioni, dovuta per esempio a un periodo prolungato di alta pressione su un territorio che determina cieli limpidi e senza nubi. Questi periodi con carenza di piogge, più o meno lunghi, si verificano da sempre (per lo meno da quando esiste uno studio sistematico del clima) e sono dovuti ai normali cicli climatici che si susseguono nel corso delle stagioni.
Negli ultimi anni, però, il fenomeno della siccità è diventato di grande interesse a causa del riscaldamento globale, collegato all’inquinamento ambientale causato dall'uomo. Proprio l'anidride carbonica e le sostanze climalteranti immesse nell'aria, infatti, stanno determinando una modificazione negli equilibri del nostro pianeta: in alcune aree si verificano fenomeni atmosferici estremi come inondazioni, mentre in altre non piove per molti mesi consecutivamente.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci sono l’eccessivo sfruttamento dei terreni agricoli, l’allevamento intensivo e l’utilizzo di prodotti tossici, che causano danni al suolo rendendolo incapace di trattenere l’acqua e per di più contribuiscono direttamente all’innalzamento della temperatura media globale. Tutto questo, associato al processo di deforestazione in atto in molti paesi del mondo, aumenta il rischio di desertificazione.
Le conseguenze della siccità sono molteplici e possono diventare molto gravi, soprattutto nei paesi dove c’è già di norma una carenza d'acqua. Anzitutto, si verifica una perdita delle produzioni agricole, con scarsità di cibo e problemi alimentari della popolazione (che si aggiungono ai danni economici). Nei casi più gravi si possono verificare anche fenomeni come una diffusa disidratazione o malnutrizione, con la conseguente comparsa di malattie intestinali e cardiovascolari.
Inoltre, la mancanza di piogge e il progressivo degradarsi del suolo causano danni agli animali: molte specie sono costrette a migrare verso aree più umide, con il rischio di estinguersi. E va ancora peggio alle molte piante che senz'acqua non possono sopravvivere, determinando così lo squilibrio di molti ecosistemi viventi.
La siccità in Italia
Il problema della siccità di queste ultime settimane in Italia non è di per sé particolarmente grave, ma lo diventa se contestualizzato all'interno del trend più ampio che sta accompagnando la maggior parte delle regioni italiane. Nel 2021, infatti, si sono consolidate le principali tendenze dell'ultimo decennio: è stato per esempio il dodicesimo anno più caldo della storia, con una temperatura media di 0,28°C superiore a quella degli ultimi 30 anni (1991-2020). Basta anticipare di 10 anni il periodo di riferimento (1981-2010) per portare l’anomalia termica a 0,7°C, più del doppio della precedente. L’aumento della temperatura non è stato comunque costante nel corso dello scorso anno, ma soli 4 mesi sono stati sotto la media e 8 al di sopra.
Mentre questi dati sono pressoché uniformi nelle varie regioni della nostra penisola, la quantità delle precipitazioni ha avuto andamenti differenti nelle varie zone geografiche. Le regioni del sud hanno registrato quantità di piogge piuttosto abbondanti, mentre al centro-nord, e in particolare nelle regioni del nord est, sono state piuttosto scarse. Complessivamente, il deficit pluviometrico non è stato enorme, pari al 4% rispetto al periodo 1981-2010, ma le manifestazioni piovose sono sempre più violente e non uniformi, causando danni al terreno e determinando in generale una minore disponibilità di risorse idriche.
Facendo riferimento ai dati diffusi dall’agenzia Ansa, nel nostro paese il 20% del territorio è a rischio desertificazione. Le zone più in pericolo sono quelle situate nel meridione, dove il problema della carenza di precipitazioni è molto più consistente. Secondo le previsioni del World Resources Institute, l’Italia raggiungerà una situazione di stress idrico entro il 2040.
La siccità nel mondo
Analizzando i modelli di circolazione atmosferica, i ricercatori del National Center for Atmospheric Research (Ncar) statunitense hanno evidenziato come - a livello globale - la quantità di precipitazioni aumenti dell’1%-2% per ogni grado di innalzamento della temperatura media globale. Apparentemente potrebbe sembrare una buona notizia per la siccità, ma non è cosi: il cambiamento climatico rende ancora meno uniformi le precipitazioni, mettendo alcune aree a rischio di alluvioni e inondazioni sempre più gravi, e al contempo pone altre regioni a rischio siccità.
Per esempio, nelle ultime settimane molte aree del Sudamerica, e in particolare l’Argentina, stanno convivendo con una situazione di grave carenza idrica. Molto spesso si tende erroneamente ad associare questo problema solo ad alcune limitate zone dell'Africa, ma in realtà le aree interessate dalla siccità sono sempre di più. Allarmanti sono state anche le immagini di settembre scorso che rappresentavano il lago Oroville, principale risorsa d'acqua della California, praticamente secco e riempito appena al 22% della sua capacità.