In 20 anni aria Ue sempre più pulita, ma per il 98% degli europei resta sempre oltre i limiti Oms
In vent’anni l’inquinamento atmosferico è diminuito progressivamente in Europa. Respiriamo insomma aria più pulita. Ma i problemi restano comunque molto gravi perché la stragrande parte delle persone, in particolare nel Nord Italia, vive in aree con livelli di polveri sottili e biossido di azoto superiori a quelli di guardia indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. È quanto emerge da uno studio portato avanti a Barcellona, appena pubblicato sulla rivista Nature Communications.
Inquinamento atmosferico, i miglioramenti
Sono stati presi in esame, con modelli di apprendimento automatico, i livelli giornalieri dei principali inquinanti atmosferici tra il 2003 e il 2019 in oltre 1.400 regioni di 35 Paesi europei, per un totale di 543 milioni di abitanti. Il risultato: il PM10 ha registrato un calo annuale del 2,72%, il biossido di azoto (NO2) del 2,45% e il PM2.5 dell’1,72%.
PM2.5 e PM10 sono diminuiti di più nell'Europa centrale, l’NO2 nell'Europa occidentale. In totale, PM2.5 e PM10 sono risultati più alti nel Nord Italia e nell'Europa orientale. Alti livelli di NO2 sono stati trovati sempre nel Nord Italia e in alcune zone dell'Europa occidentale (sud del Regno Unito, Belgio e Paesi Bassi). L'ozono invece è cresciuto nell’aria annualmente dello 0,58% nell'Europa del Sud ed è diminuito o ha registrato andamenti non significativo nelle altre aree.
Aria, resta l’allarme per i livelli Oms
Tutto bene? No. Il 98% dei cittadini europei respira comunque aria che supera i limiti indicati dall'Oms per il PM2.5, l’80% per il PM10 e l’86% per il biossido di azoto. Nessun Paese Ue ha rispettato dal 2003 nemmeno il limite annuale per l’ozono. L’86% della popolazione europea ha sperimentato almeno un giorno all'anno con sforamenti per due o più inquinanti.