Le grotte carsiche dell'Appennino emiliano-romagnolo sono ora Patrimonio Mondiale Unesco
Le bellezze naturali nel nostro Paese sono davvero tantissime, e tra queste le grotte rappresentano un bellissimo capitolo, spesso avvolto di misteri. È questo il caso di quel "mondo sotterraneo" situato lungo l'Appennino emiliano-romagnolo, ben 900 grotte in un'area relativamente piccola che è appena entrato a far parte del Patrimonio dell'Umanità Unesco.
Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale entrano a far parte del Patrimonio Unesco
La candidatura per ottenere il riconoscimento da parte dell'Unesco è partita dalla Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica della regione Emilia Romagna. I Gessi triassici dell’Alta Valle Secchia, i Gessi della Bassa Collina Reggiana, i Gessi di Zola Predosa, i Gessi Bolognesi, la Vena del Gesso Romagnola, le Evaporiti di San Leo e i Gessi di Onferno, avevano infatti tutte le caratteristiche per soddisfare l'ottavo dei 10 criteri stabiliti dalle linee guida Unesco per ottenere il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
In sette diverse aree tra le province di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini sono infatti racchiuse oltre 900 grotte - per un totale di 100 km di "mondo sotterraneo" - che rappresenta il primo e il meglio studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo, con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. In quest'area sono comprese anche alcune delle grotte di gesso più profonde esistenti al mondo, che raggiungono i 265 metri di profondità.
Tutto ciò costituisce "una straordinaria testimonianza dei principali periodi dell'evoluzione della Terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative". Questo è il criterio previsto dalle linee operative Unesco che ha permesso a quest'area di chiedere e ottenere l'ambito riconoscimento.
In Italia 59 meraviglie iscritte nella lista Patrimonio dell'Umanità Unesco
Non esiste al mondo altro sistema carsico che possa vantare quattro secoli di studi da parte di scienziati e menti illustri: le grotte nei gessi dell'Emilia Romagna rappresentano il "mondo sotterraneo" più studiato, e quello che ha permesso di elaborare molte delle più moderne teorie scientifiche sul carsismo evaporitico.
La deposizione di sali di gesso e salgemma si è avuta in seguito ai due eventi geologici più imponenti della storia della terra. La disgregazione del supercontinente Pangea - avvenuta circa 200 milioni di anni fa - e la catastrofe ecologica derivata dalla chiusura dello stretto di Gibilterra di circa 6 milioni di anni fa. Quest'ultima determinò l'evaporazione e il conseguente disseccamento di quasi tutto il Mediterraneo, originando quella che è rimasta nella storia come la "Crisi di Salinità del Mediterraneo".
I siti - entrati ora a far parte del Patrimonio Unesco come 59° meraviglia italiana - rappresentano un'importante testimonianza di quanto avvenuto, e sono di grande interesse per la storia della ricerca geologica, paleontologica, biologica, archeologica e per la storia dell’arte.