Condizionatori, riscaldamento, auto, lampioni e non solo: il piano anticrisi del governo
Il rischio di uno stop improvviso al gas che arriva della Russia è più concreto a ogni giorno ulteriore di guerra in Ucraina. L’Europa discute se mettere l’embargo all’import da Mosca, e secondo quanto riporta il Corriere della Sera il governo avrebbe un piano per ridurre i consumi di gas in caso di emergenza. “Preferite la pace o il condizionatore accesso tutta l’estate?”, aveva già detto pubblicamente il premier Mario Draghi.
Il riscaldamento negli uffici pubblici e nelle case
Il governo ha già preso la strada del risparmio energetico per quanto riguarda gli uffici pubblici: un emendamento al decreto energia prevede che dall'1 maggio la temperatura dei riscaldamenti negli uffici pubblici scenda di un grado, e salga di un grado quella dei condizionatori. Ma si comincia a ragionare anche sul riscaldamento delle case private: secondo l’ex Ceo di Eni Paolo Scaroni abbassare di due gradi il termostato permetterebbe di risparmiare 3 miliardi di metri cubi di gas.
Spegnere luci e lampioni
Un altro tassello del piano potrebbe essere quello di ridurre il numero dei lampioni accesi e le ore di illuminazione. Anche i monumenti pubblici potrebbero vedere “tagliata” la luce, e ai condomini potrebbe essere chiesto ritardare l’accensione della luce nelle parti comuni: una fetta importante del gas russo viene infatti usata per generare energia elettrica.
Limiti di velocità più bassi
Non c’è però solo il gas: al centro delle possibili sanzioni energetiche contro Mosca c’è anche il petrolio. Uno stop alla materia prima dalla Russia provocherebbe prezzi del gasolio molto più alti degli attuali e per farvi fronte il governo potrebbe ricorrere a nuove misure: per esempio, l’obbligo di tenere le auto ferme la domenica e la riduzione dei limiti di velocità per consumare meno benzina. Misure che furono, almeno in parte, già varate nel corso della crisi energetica del 1973.