Il governo abbassa la temperatura del riscaldamento: giù di un grado negli uffici pubblici
Giù di un grado il termostato del riscaldamento, su di un grado quella dei condizionatori: il governo ha deciso le prime misure di controllo delle temperature per mitigare il rischio di trovarsi all’improvviso senza il gas russo. Una misura rivolta a tutti gli uffici pubblici - tranne gli ospedali - che è prevista in un emendamento al decreto energia presentato alla Camera. Lo riporta La Repubblica.
I nuovi limiti di temperatura
La misura vieta, dal primo maggio di quest’anno e fino al 31 marzo del 2023, a tutti gli uffici della Pubblica amministrazione, tranne gli ospedali, di portare i condizionatori (di cui si è parlato parecchio in questo giorni dopo la frase di Draghi: “Preferite la pace o i condizionatori accesi tutta l’estate?”) al di sotto dei 27 gradi e i termosifoni sopra i 19 gradi, con la possibilità però di sforare in entrambi i casi di due gradi al massimo. I limiti attuali sono di 26 gradi per i condizionati e 20 per il riscaldamento, anche in questo caso con due gradi di tolleranza.
Il consumo di gas nelle case
Sono salvi, almeno per adesso, i riscaldamenti delle abitazioni private. In Italia, secondo i dati di Selectra, in media la temperatura interna viene mantenuta tra i 21 e i 22,5 gradi durante i mesi più freddi: indossando un maglione in più si potrebbe abbassare il riscaldamento tra i 18 e i 19,5 gradi. Se in tutte le abitazioni riscaldate a gas in Europa si riducesse la temperatura di 3 gradi, si potrebbe fare a meno dell'11,6% delle importazioni di gas russo