Gas, stoccaggi Italia al 90%. Rischio razionamento solo da febbraio?
Il rischio concreto del razionamento di gas non è scampato, ma almeno è stato rimandato di qualche mese e non si dovrebbe proporre prima di febbraio grazie al raggiungimento dell'obiettivo degli stoccaggi italiani al 90%.
Razionamento gas da rimandare, obiettivo italiano raggiunto
Sarebbero buone le notizie che riguardano lo stoccaggio del gas in Italia: raggiunto l'obiettivo del 90%, viene scongiurato (per ora) il rischio razionamento che tanto spaventava il nostro Paese. La strada che si sta percorrendo è quella che ci dovrebbe portare verso l'indipendenza dai gasdotti russi.
Malgrado i drammatici problemi per Nord Stream che costringeranno il gasdotto a rimanere fuori uso per un tempo indefinito, l'Italia può guardare al futuro con maggiore ottimismo. Certo, i sacrifici in materia energetica saranno necessari ancora per tutto il 2023 e la crisi non è di certo terminata, ma i primi risultati delle strategie nostrane per sganciarci dalla Russia sono incoraggianti. Il raggiungimento del 90% degli stoccaggi di gas era fissato per fine autunno e l'Italia ci è di fatto riuscita con 3 mesi di anticipo, traguardo commentato con soddisfazione dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani:
Tale risultato ci consente di puntare verso un obiettivo ancora più ambizioso, al quale lavoreremo nelle prossime settimane, volto a raggiungere il 92-93% di riempimento degli stoccaggi, così da garantire maggior flessibilità in caso di picchi sui consumi invernali.
Gas, l'Italia è vicina all'indipendenza dalla Russia?
Il tanto temuto rischio di razionamento che avrebbe potuto concretizzarsi già in questi mesi sarebbe dunque rimandato almeno a non prima di febbraio, quando comunque le temperature cominceranno a tornare più miti in vista della primavera. Ma questa non è l'unica buona notizia, in quanto sono stati raggiunti anche nuovi accordi per forniture alternative; in particolare Enel e Sonatrach (compagnia petrolifera statale algerina) hanno raggiunto un'intesa sulla fornitura di gas naturale. Le due compagnie hanno concordato una fornitura di volumi addizionali per il 2022 e la possibilità di volumi incrementali negli anni successivi, oltre che un aggiustamento dei prezzi di vendita che tenga conto delle attuali condizioni di mercato.
Secondo l'Eni la piena indipendenza dal Cremlino si concretizzerà entro l'inverno 2024-2025 ma solo se arriverà il supporto di numerosi rigassificatori, primo tra tutti quello di Piombino che, secondo la tabella di marcia, dovrebbe essere disponibile per la prossima estate. Indipendenza dalla Russia sì, ma anche da qualunque altro fornitore unico: è fondamentale staccarsi, certo, ma senza cedere ai possibili ricatti di altri fornitori. Per riuscirci l'imperativo è quello di diversificare, senza sottostare a un'unica nazione e si sta lavorando in questa direzione. Dunque non solo accordi con Algeria e Nord Europa, il piano italiano prevede anche di prendere in considerazione Egitto, Nigeria, Congo, Mozambico, Qatar, Indonesia e qualunque altra nazione in grado di contribuire al nostro fabbisogno di gas senza averne il monopolio.