Gas, Putin chiude i rubinetti? In Italia rischio razionamento per elettricità e riscaldamento
La Russia ha deciso di chiudere i rubinetti del gas alla Polonia e alla Bulgaria, dopo che i due Paesi hanno rifiutato di pagare le forniture in rubli. Una decisione che il presidente del Parlamento di Mosca ha invocato per “tutti i Paesi ostili”, cioè quelli che hanno sanzionato la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. E tra questi c’è anche l’Italia.
La dipendenza italiana dal gas russo
L’Italia, come riporta il Corriere della Sera, ha la prossima scadenza dei pagamenti a fine maggio e il rischio di uno stop all’importazione del gas è adesso altissimo. Due fonti governative hanno detto al quotidiano milanese che il governo ha pronte le simulazioni per far fronte a questa ipotesi. Il razionamento nelle forniture di gas e riscaldamento sembra essere inevitabile. Nonostante gli accordi stretti di recente dal governo con altri Paesi - tra cui Algeria, Qatar, Congo e Angola - l’Italia dipende dalle importazioni di gas russo per il 40% del fabbisogno nazionale.
Il razionamento di energia e riscaldamento
Anche nel caso in cui il governo riuscisse a reperire immediatamente quanto più gas possibile, se arrivasse davvero lo stop alle importazioni dalla Russia a fine maggio mancherebbero all’appello tra i 9 e 10,5 miliardi di metri cubi di gas rispetto a un anno normale. Secondo la Fondazione Eni-Enrico Mattei citata dal Corriere, è forte il rischio di un razionamento con black out programmati di energia elettrica e tagli alle erogazioni di gas sia per uso industriale che civile, cioè il riscaldamento e i fornelli per cucinare. Il rischio insomma è di vivere il prossimo inverno all’insegna dell’austerità energetica.