Frutta e verdura: la buccia va tolta?
La buccia di molte varietà di frutta e di verdura contiene una grande quantità di sostanze utili per il nostro organismo e quindi per il nostro benessere. Molto spesso si preferisce sbucciare e rimuovere la parte esterna per eliminare residui di pesticidi, ma in realtà in questo modo si toglie anche la parte più ricca di vitamine, antiossidanti e minerali, perdendo tutti i vantaggi in termini di prevenzione per una lunga serie di malattie.
Quali alimenti vanno pelati e quali no
Frutta e verdura sono indispensabili per un’alimentazione sana ed equilibrata: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2019 ci sono stati 3,9 milioni di morti in tutto il mondo a causa di uno scarso consumo di frutta e verdura. Forse, però, non tutti sanno che per ottenere il maggiore beneficio da questi alimenti è importante consumare proprio il rivestimento esterno, la buccia.
Per esempio, le mele non sbucciate contengono il 15% in più di vitamina C, il 267% in più di vitamina K, il 20% in più di calcio, il 19% in più di potassio e l’85% in più di fibre rispetto allo stesso frutto senza la buccia. Un discorso analogo vale per le pere, le carote, le pesche, i mandarini, le albicocche e tanti altri.
Ovviamente ci sono alcuni alimenti che devono essere necessariamente sbucciati perché le parti esterne non sono commestibili, come il melone, la banana, l’ananas, il mango, la cipolla, l’aglio eccetera, ma per moltissimi altri la buccia è a tutti gli effetti un toccasana.
Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda l’impatto ambientale: gettare la buccia di alcune tipologie di frutti, oltre a essere uno spreco di cibo, contribuisce alle emissioni di gas serra e genera una quantità di rifiuti superiore allo stretto necessario.