Lo chiamano FebbrAprile, un clima sulle montagne russe tra nevicate e temperature primaverili
Febbraio, ad ampi tratti, si traveste da aprile, con giornate soleggiate e temperature che hanno ben poco di invernale. È un fenomeno che giornalisticamente è stato chiamato FebbrAprile, un nome che a qualcuno piace e ad altri meno e con cui ormai dobbiamo imparare a fare i conti.
Lo abbiamo visto proprio in queste settimane: nella giornata di San Valentino in alcune zone del centro e del nord Italia è nevicato, con temperature molto rigide e tipicamente invernali. Ma appena qualche giorno dopo, uscendo di casa, ci siamo accorti di essere stati meteorologicamente catapultati avanti di un paio di mesi, e le condizioni climatiche sono diventate improvvisamente più miti e tipicamente primaverili.
Questi ribaltoni meteorologici improvvisi sono sempre più frequenti e, secondo gli scienziati, è verosimile ritenere che siano effetto del riscaldamento globale e dell'incremento della temperatura media annuale sul nostro pianeta.
Il caldo anticipato non è (più) una sorpresa
Ormai sono molti anni che si parla degli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla nostra salute, e in particolare di quella alterazione delle condizioni climatiche che complica gli equilibri degli ecosistemi in tutto il globo. Questo fenomeno colpisce tutti i paesi del mondo tra cui anche l'Italia dove gli effetti sembrano essere maggiori rispetto alla media globale.
Analizzando il rapporto sul clima del 2020 prodotto dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), emergono dati molto poco rassicuranti. Nel corso dell'anno analizzato, la temperatura media in Italia ha superato per la prima volta gli 1,5°C in più rispetto ai valori di riferimento, precisamente +1,54°C. Ma il dato che più di tutti preoccupa riguarda il trend di crescita, con un incremento di 0,39°C ogni decennio e i massimi che aumentano con ancora più velocità: ogni dieci anni il picco massimo di temperatura cresce, in media, di 0,42°C. E il 2021, secondo un report prodotto da Coldiretti, è stato ancora peggiore, in quanto è risultato il nono anno più caldo dal 1800 a oggi. È bene precisare, per evidenziare la gravità della situazione, che la maggior parte degli anni più caldi degli ultimi due secoli si concentra in questo ultimo periodo.
Ma torniamo all'anno appena concluso: l’inverno è stato particolarmente caldo, mentre l’estate è stata contrassegnata da caldo torrido africano e fenomeni atmosferici molto violenti, con ingenti danni ai raccolti.
Anche sul fronte delle precipitazioni la situazione non è affatto migliore: piove di meno e, quando accade, si verificano sempre più spesso eventi eccezionali, con grandi quantità di acqua cadute in un lasso di tempo molto breve.
Un ulteriore fenomeno che sta caratterizzando l’inverno in corso è la siccità: gli ultimi mesi sono stati particolarmente avari di pioggia, soprattutto nelle aree del nord ovest dove i giorni in cui è piovuto o nevicato negli ultimi 2 o 3 mesi si possono veramente contare sulle dita di una mano.
Insomma, l’impatto del cambiamento climatico non è più qualcosa che riguarda il futuro, ma si può già toccare con mano, e lo stiamo constatando anche in questi giorni, uscendo di casa con indumenti primaverili.
Febbraio o aprile?
Quello che stiamo vivendo in Italia in questi giorni, con piccole differenze a seconda della zona geografica, non è altro che il risultato di un processo ormai in atto da decenni e che sta determinando delle condizioni termiche nuove, con variazioni improvvise e repentine di temperatura, anche di oltre 10°C da un giorno all’altro.
Durante la seconda settimana di febbraio in molte zone del nord Italia ci sono state precipitazioni nevose alternate a pioggia, con temperature anche a cavallo dello zero. Come riportano gli esperti, senza il riscaldamento globale e l’innalzamento delle temperature avremmo visto il suolo ricoperto da qualche centimetro di neve. Insomma, a parità di precipitazioni, una cinquantina d'anni piazza Duomo a Milano o piazza San Carlo a Tonino avrebbero avuto un aspetto completamente diverso, invece turisti e residenti hanno dovuto rinunciare alle foto con il panorama innevato.
Il rialzo termico delle giornate immediatamente successive, sostenuto da un fronte di alta pressione che ha invaso molte aree d’Europa, ci ha fatto balzare in un attimo in primavera. Anche ad alta quota, il FebbrAprile e le temperature tipicamente primaverili dei giorni scorsi hanno contribuito a fondere la neve in netto anticipo rispetto al passato.
In alcune zone della Pianura padana si sono toccati i 15°C, mentre al centro e al sud Italia sono stati superati addirittura i 20°C. Considerando le temperature massime medie registrate storicamente sulla nostra penisola, le condizioni meteorologiche che ci accompagnano in questi giorni ricordano più il mese di aprile che quello di febbraio. Da qui l'acronimo FebbrArpile, che rende giustizia a delle condizioni climatiche che sono nuove ma, soprattutto, rischiose per gli equilibri degli ecosistemi e indirettamente anche per l'umanità.