Un asteroide ha fatto estinguere i dinosauri: ecco cosa si è scoperto di nuovo
Uno degli eventi che ha segnato la storia del nostro Pianeta è l’estinzione dei dinosauri: avvenuta 66 milioni di anni fa, segna la fine del periodo Cretacico e di tutta l’Era Mesozoica detta anche Era Secondaria, oltre che l’inizio del Cenozoico, periodo nel quale viviamo ancora oggi. Con la scomparsa dei dinosauri, i mammiferi ebbero una nuova possibilità di proliferare e diversificarsi, dando origine alla lunga storia che conduce all'uomo.
Estinzione dinosauri: la causa fu l'impatto con un asteroide
È ormai dato per assodato che l’estinzione dei dinosauri non è avvenuta per una serie di eruzione vulcaniche nel Deccan in India, come alcuni ricercatori hanno sostenuto. La comunità scientifica attribuisce la fine dei dinosauri all'impatto con un asteroide.
La dinamica dello schianto
Questo evento causa sulla Terra effetti devastanti, dando vita a un “inverno nucleare” che porta all'estinzione di tantissime specie animali e vegetali. L’asteroide misurava circa 10 km e viaggiava a una velocità di 20 km al secondo. L’impatto avviene nella zona di Chicxulub, che oggi conosciamo come Golfo del Messico, la sua forza è paragonabile a 10 miliardi di bombe atomiche. L'asteroide si disintegrò subito e rilasciò una enorme massa incendiaria.
Le simulazioni ricreate rivelano che l’impatto generò almeno due grandi tsunami, con onde alte centinaia di metri; inoltre, onde d’urto si propagarono lungo la crosta terrestre causando terremoti di magnitudo 10-11 e tsunami di diversa entità che devastano le coste. L'impatto generò miliardi di detriti che schizzarono con violenza fuori dal cratere e che, ricadendo sulla Terra, crearono incendi in serie.
Effetti e conseguenze dell'impatto dell'asteroide
Il pianeta Terra a quel punto perde circa il 75% della vita presente, compresi tutti i dinosauri. Gli scienziati sottolineano che la causa dell’estinzione degli antichi abitanti della Terra non fu l’impatto in sé, ma ciò che avvenne dopo. Lo schianto solleva nell’aria 325 tonnellate di zolfo: la massa oscura la luminosità del Sole gettando la Terra in un inverno durato decenni con la temperatura che scende di 30°.
I sopravvissuti
Qualche essere vivente riesce a sopravvivere: gli studi ci dicono che questo si deve a particolari capacità di adattarsi, a strategie di riproduzione e soprattutto alle piccole dimensioni. Nessun tetrapode (esseri viventi che si muovono a quattro zampe) superiore ai 25 kg è sopravvissuto alla catastrofe, a eccezione delle tartarughe marine e di alcuni tipi di coccodrilli.
Le ultime novità
Tra le ultime scoperte ci sarebbe l’identificazione del periodo dell'impatto, che sarebbe avvenuto in primavera. Ma com’è stato possibile arrivare a questa datazione? Grazie a dei pesci fossili presenti nel Dakota del Nord, in un sito che conserva ancora oggi tracce dell'evento e che si chiama Tanis (prende il nome da una città perduta dell’Egitto e si trova all’interno della Formazione Hall Creek). Gli storioni e i pesci spatola qui presenti, che sarebbero morti circa un’ora dopo l'impatto, presentano nelle ossa dei modelli di crescita che indicano come il decesso sia arrivato in un momento di crescita dovuta all’abbondanza di cibo. La primavera di 66 milioni di anni fa, sarebbe quindi l’ultima stagione vissuta da quegli antichi abitanti della Terra.