Nomofobia, come liberarsi dalla dipendenza dallo smartphone
Sempre più persone trascorrono molto tempo ogni giorno con lo smartphone in mano, terrorizzate all’idea di dovere rimanere per qualche ora senza questo dispositivo. Questa condizione si chiama nomofobia ed è la paura sia di non essere raggiungibili sia di non potere restare aggiornati su quello che accade.
Le abitudini quotidiane fanno la differenza
Ormai gli smartphone vengono utilizzati per le più disparate attività, dallo svago al lavoro passando per la pratica sportiva e le relazioni interpersonali. Complice la diffusione dei social network, questi dispositivi vengono impiegati anche per restare aggiornati con le notizie, per sapere che cosa fanno gli amici e tanto altro. Molto spesso le notifiche sullo smartphone sono in grado di generare una sensazione piacevole di benessere, attraverso una vera e propria reazione chimica e la produzione di dopamina.
In alcuni casi, però, l’uso degli smartphone può diventare compulsivo, innescando una sorta di dipendenza, motivo per cui quando la connessione non è efficiente si percepisce un senso di ansia o smarrimento. Spesso dietro la nomofobia si nasconde la paura di essere tagliati fuori, di perdere qualche notizia importante o di rimanere un passo indietro rispetto alla propria cerchia sociale.
Nel caso in cui si percepisca di essere dipendenti dagli smartphone è importante mettere in atto qualche strategia per migliorare il controllo. Per esempio, si potrebbe evitare di dormire con lo smartphone appoggiato sul comodino oppure ridurre il tempo di utilizzo nel corso della giornata. Può essere utile anche scegliere dei momenti in cui essere offline, come quando si guarda un film, si svolge una seduta di attività fisica o si consumano i pasti. In questo modo ci si abituerà a fare a meno dello smartphone in determinati lassi di tempo, scoprendo magari qualche nuovo hobby e apprezzando maggiormente le interazioni dal vivo.