Aerei, debutta a Fiumicino il corridoio Covid-tested
Il loro nome rende palese cosa siano e a cosa servano: i corridoi Covid-tested sono viaggi aerei con un sistema potenziato di controlli, per avere un miglior monitoraggio dello stato di salute delle persone a bordo. E, allo stesso tempo, per consentire ai passeggeri di spostarsi più facilmente una volta giunti a destinazione. L'idea, arrivata molti mesi dopo l'inizio della pandemia, si propone come una strategia di medio periodo, necessaria visto il protrarsi dell'emergenza sanitaria. Una novità per la quale l'Italia, e l'aeroporto romano Leonardo da Vinci in particolare, si pone come capofila europeo e mondiale.
Dal punto di vista organizzativo, questi corridoi rappresentano un'alternativa rispetto al sistema della quarantena fiduciaria utilizzata finora per chi è in arrivo da zone considerate a rischio. E hanno il vantaggio, almeno sulla carta, di semplificare la vita ai passeggeri e alle compagnie che operano i voli, e dunque di incentivare la ripresa del traffico aereo internazionale e intercontinentale.
Il funzionamento di un corridoio Covid-tested
Come si può facilmente intuire, la parola chiave di questo sistema è testare. Per farla semplice, infatti, l'idea è di sottoporre a uno screening per il coronavirus Sars-Cov-2 ciascun passeggero, sia prima del decollo sia dopo l'atterraggio. E se all'arrivo l'unica possibilità è di liberare rapidamente i passeggeri attraverso i cosiddetti tamponi rapidi (test antigenici su un campione prelevato dalla cavità orale e nasale), prima della partenza i controlli possono essere ancora più rigorosi.
Al momento la procedura non è unificata, ma in generale si può dire che nei 2 o 3 giorni precedenti all'imbarco ciascun passeggero deve farsi controllare. A seconda dei casi (ossia della compagnia che opera il volo e dell'aeroporto di destinazione) può bastare un test antigenico analogo a quello che verrà proposto all'arrivo, oppure può essere necessario un tampone con esame molecolare Pcr, notoriamente più affidabile ma anche più lento.
Se tutto va come previsto, dunque, non dovrebbero essere imbarcate persone che abbiano un'infezione da nuovo coronavirus in corso, e per questo qualcuno associa i corridoi Covid-tested ai voli cosiddetti Covid-free. E l'ulteriore controllo dopo l'atterraggio serve a dare qualche garanzia in più che non si siano manifestati casi di Covid-19 nelle ore del volo o subito precedenti, così da concedere il liberi tutti ai passeggeri che hanno condiviso la cabina. Naturalmente nessun metodo può dare la certezza assoluta che il virus sia assente, ma secondo gli addetti ai lavori una simile procedura offre "garanzie ancora migliori" e dà "sicurezza sanitaria" al traffico aereo.
L'avvio della fase di sperimentazione
Lo schema del corridoio Covid-tested è ancora ben lontano dal diventare la prassi del traffico aereo, e per ora siamo solo alla fase preliminare: quella di sperimentazione. L'Italia, forte anche dell'esperienza maturata in anticipo rispetto agli altri paesi in occasione della prima ondata di contagi, è il primo paese del Vecchio continente ad avviare il nuovo protocollo.
I primi corridoi a essere aperti saranno infatti tra il Lazio (Fiumicino) e gli Stati Uniti, e in particolare per i voli che coinvolgono l'aeroporto internazionale John F. Kennedy di New York, l'aeroporto internazionale di Newark-Liberty (sempre nell'area metropolitana di New York) e quello di Atlanta, in Georgia. Dopo gli esperimenti dei voli Covid-tested tra Roma e Milano già dallo scorso 16 settembre, poi, ulteriori sperimentazioni saranno svolte a livello di Unione europea, e in particolare tra il solito Fiumicino e gli aeroporti di Monaco di Baviera e Francoforte.
A operare i voli, almeno in questa prima fase, saranno i vettori di Alitalia e di Delta Air Lines. Nel caso della nostra compagnia di bandiera, per i voli dagli Stati Uniti verso l'Italia, è previsto che i passeggeri debbano effettuare un test tassativamente nelle 48 ore precedenti l'imbarco, ma è possibile svolgere sia il tampone antigenico sia quello molecolare. Delta Air Lines, invece, concederà un giorno in più per il test (basta sia fatto nelle 72 ore prima di salire a bordo) ma richiede necessariamente l'esecuzione di un tampone molecolare. In tutti i casi all'arrivo si svolge il tampone antigenico, e dopo la mezz'oretta necessaria per conoscere l'esito del test i passeggeri sono autorizzati a lasciare l'aeroporto senza dover poi rispettare la quarantena.
I tempi tecnici e l'eccellenza italiana
Come anticipato, gli ultimi giorni del 2020 sono solo l'inizio di un progetto più ampio. La sperimentazione vera e propria dovrebbe partire nel mese di dicembre, molto probabilmente tra il 15 e il 20, per poi protrarsi per diverse settimane. L'obiettivo, messo nero su bianco da un'ordinanza congiunta dei ministeri italiani della salute, degli esteri e dei trasporti, è di verificare che davvero il sistema dia migliori garanzie di sicurezza, per poi essere esteso progressivamente. Secondo i piani, si dovrebbe arrivare a regime a primavera inoltrata, in modo da avere il protocollo in funzione per la stagione estiva 2021 con il periodo delle vacanze.
La scelta di Fiumicino, nel contesto italiano, è dovuta a una notevole e consolidata organizzazione operativa. L'area arrivi del Terminal 3 ospita infatti un centro di testing rapido attivo già da settembre, che garantisce gli esiti entro 30 minuti, è operativo 24 ore su 24 e si estende anche all'area del parcheggio con un servizio drive through.
Insieme al compiacimento per l'eccellenza italiana, però, c'è un tema più generale: il traffico aereo è infatti sceso a causa della pandemia del 60%-65%, ed è necessario implementare sistemi che diano garanzia di sicurezza sanitaria e allo stesso tempo facciano percepire alle persone la sicurezza stessa. Il tutto per far sì che l'aereo venga di nuovo riconosciuto come il mezzo di trasporto più sicuro, pure dal punto di vista sanitario. Ed è questa l'idea di fondo del modello a corridoi Covid-tested, insieme al risparmiare ai viaggiatori l'obbligo di auto-isolarsi dopo ciascun volo. La quarantena fiduciaria, infatti, è di fatto incompatibile con molte delle dinamiche di business, e ancor più con quelle turistiche.