Corbezzolo, come coltivare un albero dai frutti dimenticati (ma buonissimi)
Conosciuto anche come "l'albero d'Italia", il corbezzolo è un arbusto sempreverde di origini antichissime. Dopo essere stato utilizzata a lungo nei secoli per le sue straordinarie proprietà, questa pianta sembra essere stata "dimenticata" ed è un vero peccato, perché regala frutti buonissimi.
Corbezzolo, storia e curiosità dell'albero d'Italia
Pianta arbustiva sempreverde, appartenente alla famiglia delle Ericaceae, il corbezzolo è originario dell’Europa meridionale, del Nord Africa e delle regioni temperate dell’Asia occidentale. Specie dalle origini antichissime (possiamo trovarlo citato nell'Eneide di Virgilio) è stato molto apprezzato per le sue proprietà "curative" nella tradizione culinaria e medicinale di parecchie culture. Si riteneva infatti che i frutti, le foglie e la corteccia avessero proprietà medicinali, e fossero preziose per la cura delle infezioni delle vie urinarie e dei disturbi dell’apparato digerente. Nel corso degli anni il corbezzolo è stato associate anche a miti e leggende: gli antichi Romani - ad esempio - lo consideravano simbolo di fortuna e prosperità.
Può arrivare fino a 10 metri d'altezza, ha una forma elegante e ramificazioni folte, che presentano foglie coriacee, dalla forma lanceolata e con bordi seghettati, lucide e di colore verde scuro sulla parte superiore, mentre sul retro sono più chiare ed opache. Nonostante si trovi spesso nelle campagne, i suoi frutti sono spesso trascurati, benché rappresentino una importante fonte di vitamine e antiossidanti.
Come si mangiano i corbezzoli?
Il frutto del corbezzolo è costituito da una grande bacca commestibile, simile alla ciliegia, dalla superficie granulosa e dalla polpa gialla. I frutti maturi si raccolgono in autunno - tra ottobre e dicembre - quando hanno raggiunto la tipica colorazione rosso intenso. Possono essere consumati direttamente freschi, oppure impiegati per preparare marmellate, liquori e sciroppi.
In alcune zone li troviamo anche aggiunti nella preparazione di dolci tipici regionali. Si tratta infatti di un frutto estremamente versatile, perfetto anche per decorare torte, donare un gusto speciale alla macedonia o abbellire una coppa di gelato.
Come coltivare il corbezzolo in giardino
Per avere sempre frutti freschi a disposizione è possibile coltivare questo arbusto in giardino, scegliendo una zona ben drenata e soleggiata. Si adatta bene a climi temperati e mediterranei, ma può anche tollerare temperature leggermente più rigide se piantato in un luogo riparato dai venti freddi. Il corbezzolo può essere coltivato anche in vaso, avendo cura di scegliere recipienti sufficientemente grandi e scegliere un terriccio per piante acidofile.
Seme o talea? Il corbezzolo può essere propagato in entrambi i modi,. Nel caso s decida di riprodurlo per talea è importante sapere che i rami giovani della lunghezza di 15/20 cm andranno prelevati dalla pianta madre a primavera o in autunno. Una volta eliminate le foglie alla base collocare la talea in un terreno umido e ben drenato e ricordarsi di mantenere un'umidità costante fino a quando le radici non si saranno sviluppate.
Nel vaso in cui si decida di seminare il corbezzolo i semi andranno messi a dimora a primavera, dopo averli tenuti in acqua per 24 ore. Il vaso dovrà avere un substrato fertile e ben drenato, e sarà necessario mantenere il terreno costantemente umido fino alla comparsa dei germogli.
Una volta piantato è sufficiente procedere con annaffiature regolari in estate e prevedere una potatura periodica volta a mantenere la pianta nella forma desiderata. Come anticipato si tratta di un arbusto che non richiede grandi attenzioni ma che può regalare enormi soddisfazioni.
In autunno inoltrato questa pianta si riempie infatti di fiori bianchi riuniti in grappoli, che l'anno successivo produrranno i golosi frutti. A partire dal secondo anno di vita il corbezzolo si presenta particolarmente elegante e decorativo, con i suoi fiorellini bianchi che si affiancano ai frutti rossi in una cornice di foglie verdi. Proprio questa sua caratteristica - ricorda il tricolore della nostra bandiera - ha contribuito a renderlo famoso come la "pianta d'Italia".